

Torino eroica
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condotta ambi gua di Vittorio Amedeo; m?-, prescindendo da l fatto
che nel settembre del 1703 i negozi ati tra il Duca e la Grande Al–
leanza non erano giunti ancora
il
tal punto di rend ere inevitabile
una rottura tra i Franco Ispani e i Sab audi, non bisogna' dimenti- .
ca re che il trattato da Luigi XIV impo sto a Vittorio Amedeo sul
principiare della guerra era esso stess o un atto di prepotenza , una
pre ssione contro Ìa quale il Duca aveva il dovere e
il
diritto di pro–
testare e di reagire in tutti i modi , se voleva sa lvare l'indipend enza
della sua Corona e del suo 'paese
(1).
Checchè ne sia, la sorpresa di
S. Benedetto, mentre destò in tutti i popoli un 'impressione grandis–
sima, ebb e una notevole ripercussione sulla guer ra d'Italia.
Lui gi -XIV, nell'ordinarla, credeva (l' impaur ire il Saba udo e s pe–
rava che qu esti si sarebbe sottoposto ai patti che il Vend òme era
incari cato di imporgli: patti che consistevano nella riduzione del–
l' esercito e nella conseg na di alcun e fortezz e; ma ott enne l'effetto
opposto.
«
Le minacce
-
rispose Vittorio Amedeo alle ingiunzioni st raniere
- non mi spaventano punto, prenderò le misure che crederò oppor–
iune in seguit o all'indegno procedere verso
i
mi ei solda ti; non voglio
dare sp iegazioni , non udire p rop oste.
E il 7 di ottobre, un mese prima
della
sottosc rizione
d'un formal e trattato con la Grand e Alleanza
(8
novembre) dichi arò aperta gue rra alla Francia, dicendo in un no–
bile manifesto: ·«
Finisco di romp ere un 'all eanza, che fu già a mio ·
danno viola ta, preferisco di morire con le armi alla mano, a ll'onta
di laeciarmd. opprimere
» ,
Il Duca fin dal 3 ottobre, qu ando gli era pervenuta la notizia del
disarmo delle su e truppe, aveva ordinato la chiusura delle porte di
Torino e l'arresto di qu anti fran cesi si trovassero nei suoi Stati.
Po ste sotto sequest ro le loro sostanze e le navi di loro proprietà
an corate nei porti del Ducato, fece fermare tutti i corrieri di Francia
e guardare a vista lo stesso Philippeaux nel suo palazzo.
L'atto ardito del Principe Sabaudo, che osava sfidare le potenzé
collegate di Francia e Spagna, mentre tenevano i propri eserc iti nel
cuore del Piemonte, fu salutato con entus ias mo da tutti i sudditi,
anelanti all'indipendenza del loro pae se anche a cos to di ulteriori
sacrifizi e cimenti guerresc h i.
(1) Il Muratori aggiu nge che alla conclusione del
matritnonio
della sua secon–
dogenita con Filippo V,
il
Duca si era impegna to per soli due anni alla lega coi
Re di Fran cia e di Spagna, e si avv icinav a ormai
il
termine del biennio.
24 - BRAGAGNOLO
e
B ETTAZZI,
Torino nella
storia
del
Piemonte
e d'Italia,
\"'01.
II.