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Torino eroica

369

condotta ambi gua di Vittorio Amedeo; m?-, prescindendo da l fatto

che nel settembre del 1703 i negozi ati tra il Duca e la Grande Al–

leanza non erano giunti ancora

il

tal punto di rend ere inevitabile

una rottura tra i Franco Ispani e i Sab audi, non bisogna' dimenti- .

ca re che il trattato da Luigi XIV impo sto a Vittorio Amedeo sul

principiare della guerra era esso stess o un atto di prepotenza , una

pre ssione contro Ìa quale il Duca aveva il dovere e

il

diritto di pro–

testare e di reagire in tutti i modi , se voleva sa lvare l'indipend enza

della sua Corona e del suo 'paese

(1).

Checchè ne sia, la sorpresa di

S. Benedetto, mentre destò in tutti i popoli un 'impressione grandis–

sima, ebb e una notevole ripercussione sulla guer ra d'Italia.

Lui gi -XIV, nell'ordinarla, credeva (l' impaur ire il Saba udo e s pe–

rava che qu esti si sarebbe sottoposto ai patti che il Vend òme era

incari cato di imporgli: patti che consistevano nella riduzione del–

l' esercito e nella conseg na di alcun e fortezz e; ma ott enne l'effetto

opposto.

«

Le minacce

-

rispose Vittorio Amedeo alle ingiunzioni st raniere

- non mi spaventano punto, prenderò le misure che crederò oppor–

iune in seguit o all'indegno procedere verso

i

mi ei solda ti; non voglio

dare sp iegazioni , non udire p rop oste.

E il 7 di ottobre, un mese prima

della

sottosc rizione

d'un formal e trattato con la Grand e Alleanza

(8

novembre) dichi arò aperta gue rra alla Francia, dicendo in un no–

bile manifesto: ·«

Finisco di romp ere un 'all eanza, che fu già a mio ·

danno viola ta, preferisco di morire con le armi alla mano, a ll'onta

di laeciarmd. opprimere

» ,

Il Duca fin dal 3 ottobre, qu ando gli era pervenuta la notizia del

disarmo delle su e truppe, aveva ordinato la chiusura delle porte di

Torino e l'arresto di qu anti fran cesi si trovassero nei suoi Stati.

Po ste sotto sequest ro le loro sostanze e le navi di loro proprietà

an corate nei porti del Ducato, fece fermare tutti i corrieri di Francia

e guardare a vista lo stesso Philippeaux nel suo palazzo.

L'atto ardito del Principe Sabaudo, che osava sfidare le potenzé

collegate di Francia e Spagna, mentre tenevano i propri eserc iti nel

cuore del Piemonte, fu salutato con entus ias mo da tutti i sudditi,

anelanti all'indipendenza del loro pae se anche a cos to di ulteriori

sacrifizi e cimenti guerresc h i.

(1) Il Muratori aggiu nge che alla conclusione del

matritnonio

della sua secon–

dogenita con Filippo V,

il

Duca si era impegna to per soli due anni alla lega coi

Re di Fran cia e di Spagna, e si avv icinav a ormai

il

termine del biennio.

24 - BRAGAGNOLO

e

B ETTAZZI,

Torino nella

storia

del

Piemonte

e d'Italia,

\"'01.

II.