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Capitolo VI.
Arse di sdegno Vittorio Amedeo e sottopose a Consiglio di guerra
. i rispettivi comandanti Bernardi e Des Hayez; dei quali il primo fu
condannato a morte e poi graziato, e il secondo aspramente censu–
rato. Ma la storia imparziale vuole che si dica che se i due coman–
danti, a giudizio stesso dei Francesi, non fecero quanto avrebbero
dovuto, anche Vittorio Amedeo e lo Stahremberg nulla fecero per
correre in aiuto delle città minacciate.
Dopo 'Susa e Vercelli venne la volta d'Ivrea. .'che resistette un
mese, poi finì per arrendersi. Una sola fortezza riscattò l'onore delle
armi Piemontesi: Verrua (fig. 89); essa non ismentì
il
valore dimo–
strato negli
ass~di
precedenti del 1377, del 1387 e del 1552.
Basterà ricordare che la conquista ' di quella fortezza costò' al
Vendòme 12.000 soldati, 547 ufficiali e 30 ingegneri, e 6 mesi di
aspri combattimenti.
Era comandante del presidio eroico il Barone De la Roche d'Al–
léry, il cui nome vuol esser congiunto con quello di Vittorio Amedeo
a titolo di gloria, poichè, mentre il valoroso capitano respinse finchè
potè i furiosi assalti dei Francesi, il Principe abilmente li molestava
alle spalle e di fianco. Ma le opere di fortificazione non resistettero,
e fu necessario capitolare (9 aprile 1705).
Durante l'assedio di Verrua il celebre ingegnere Antonio Bertela
fortificava Chivasso e alcuni luoghi circostanti per apporre un argine
all'avanzata francese e dar tempo a Torino di mettersi' in assetto di
difesa.
Chivasso, assalita e bombardata da tre parti il 24 giugno, resistè,
ributtando fieramente ripetuti assalti, finchè i generali Rocca, Stah–
remberg e Gripam deliberarono di sgombrare la piazza, lasciando
liberi i Chivassesi di provvedere ai casi
101'0
o di accordarsi col
·nemico (29 luglio).
La terra venne occupata e le fu imposta una forte taglia di guerra.
Dopo questo successo i Francesi avrebbero marciato su Torino, se
il La Feuillade che nel frattempo aveva ripreso le operazioni nel
Nizzardo, non avesse dovuto mandare rinforzi in Lombardia, dove
il Vendòme era minacciato dal Principe Eugenio, che dal Trentino
scendeva con truppe fresche. Fu nell'intervallo di questa campagna
che 'Vittorio Amedeo aprì un singolare negoziato cogli Svizzeri per
far dichiarare la neutralità alla Savoia, sostenendo con molto accor–
gimento politico la tesi che se la Savoia fosse caduta nelle mani di
Francia, l'indipendenza della Federazione elvetica poteva correre grave
pericolo.