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Capitolo VI.
In mezzo al fervore patriottico, che il "pericolo comune aveva
ridestato, si formarono 12 nuovi reggimenti , ai quali si aggregarono
i veterani ancor validi alle fati che della guerra.
Forti contingenti di truppe si ammassarono ai confini occidentali
per impedire la discesa di rinforzi fran cesi, mentre si guernivano di
soldati e di munizioni le fortezze di Verrua e di l'orino.
11 Duca chiamò alle armi i Valdesi e rivolse eccitamenti d'in–
.surrezione fra i Protestanti della Provenza . e delle Cevenne, già
ostili al Re di Francia per le persecuzioni a cui erano stati fatti segno.
Acquistava frattanto cavalli in Germania e in Isvizzera, mentre
emanava ottimi pro vvedimenti di ordine economico, come quello che
vietava l'e sportazione delle g rà naglie e del bestiame. Parte non pic–
cola nell'opera di preparazione ebbe il segretario di Stato e di Guerra
Giorgio. Govone, degno antenato di quel Giusepp e, che doveva più
tardi segnalarsi a Custoza.
Ai biso gni economici della guerra provvide col danaro prestatogli
dall'Inghilterra e dall'Ol anda ; cosicchè sperava di uscire in campo
nella primavera del 1704, con un esercito pronto e bene armato.
Tuttavia le difficoltà dell'impresa non erano poche nè lievi: il
Vend òme, da esperto capitano aveva preso forti posizioni e tali da
impedire che al Duca perv eni ss ero aiuti dall'Austria, mentre un fort e
corpo di Franc esi, sotto
il
comando del Cont e Tessè, per le vie della
Sav oia, penetrava in Piemonte.
«
La guerra in Pi emonte,
scriveva
il
Vendòme al Re,
"bisogna fi–
nirla al pi ù
pre sto ;
non conviene trastullarsi dinanzi
Cl
Vercelli e
Verrua ; urge correre difilato su Torino
» .
Ma l' audace disegno fallì
per la lentezza dei suo i movimenti e il pronto accorrere degli Im–
periali.
Erano cos toro attend ati sul cor so inferiore del Po tra Revere ed
Ostiglia ; onde fu agevole allo Stahremb erg, che li comandava, rispon–
dere prontamente all'invito di Vittorio Amedeo e inviargli 1200 cava–
lieri sotto gli ordini del Generale Annibale Visconti. Potè que sti
con
una marcia avventurosa congiungersi al Duca, che si recava a difen–
dere Chieri minacciata dal nemico.
E fu buona e provvida la mossa del Duca, poichè il
Vend òme,
vist a Chieri ben munita e saputo che
il
Tessè non era an cor giunto,
dovè abbandonare l'idea di assediar Torino e ritirarsi nei quartieri
d'inverno dell'Asti giano e del Nova rese.
Seguì Vittorio Amedeo l'esempio offerto gli dal nemico, acquartie–
rando i suoi parte a Chieri e parte ad Alba, ed ebbe il tempo di