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H76

Capitolo VI.

L'op erazione principale della gue rra d'Italia dove va essere l'a s–

sedio di Torino, pro gettato, come si è visto , fino dal 1704, eppoi ,

per' ragioni strateg iche, differito.

L'esercito francese, fort e di 31 mila fanti , 8 mila cavalli, e 1000

art iglier i, senza conta re i guas tatori, che di solito si reclutavano fra

i braccianti del paese o della vicina Lombardia, comparve in vist a

di Torino il 12 maggio 1706 (fig. 90), e posto il campo alla Madonna

di Campagna, cominciò a dist end ersi parallelamente alla Dora con la

sinistra verso

il

Parco e la destra nei pressi di Lucento.

-Erano i Francesi provvisti di armi e munizioni e di ogni cosa

atta alla guer ra , sicuri dei rifornimenti che pot evano avere dai depo–

siti di Crescentino e di Chivasso; colla via di Su sa libera , per la

quale, in cas o di bisogno, 'sarebbero discesi aiuti e rinforzi. Soltanto

il bottino di polveri, fatto a Vercelli, poteva bastare, al dire dell'AI–

beroni , a conquistare quattro 'l'orini.

Fin dall'autunno precedente alcuni ufficiali fran cesi avevano fatto

accurate recognizioni intorno alla piazza, studiandone le fortifi ca–

zioni ed avvisando i punti più deboli e perciò più esposti a un as–

sa lto

-effìcace.

Vero

è

che nemmeno i Pi emontesi era no sta ti inoperosi. Vittorio

Amedeo, che da tempo sospettava di un aggressione fran cese

avev~

fortificato Torino. Erano sta ti rinforzati i parapetti , approfonditi i

foss ati, riattat e le vie sotte rra nee, fort ificati i ponti sulla Dora, eretto

un fortilizio a corno per la difesa di porta Susina ..

Per ogni dove trincee e bastioni per difender la piazza e assicu–

rar e i rifornimenti di vett ovaglie. E poichè vi era chi sospettava che

la pianta delle fortifi cazioni fosse nota al nemi co,

il

Duca aveva

voluto ' che se ne variasse notevolmente la dispo sizione, scavando

trincee e cost rue ndo ridotti al Monte dei Cappuccini e sulle alture

circos tanti.

Da ogni dove dentro e fuori della . città operai e soldati lavora–

vano sotto la dir ezione dell'in g. Bertola per mettere Torino in grado

di resistere lun go tempo alle armi nemi che .

Duecento e venti sei can noni e ventisei mortai erano stati posti

in batteria, e fra i cannoni

alcuni di nuova invenzione che si carica–

vano dalla culatta.

Perciò i Torinesi potevano dall'alto del Colle dei

Cappuccini - come scriveva il Conte Solaro ad un amico -

assistere

senza timore o agitazioné, ma con tranquillità

e

fermezza

alle evolu–

zioni dei fanti e cavalieri nemici e dell'immenso num ero di carriaggi

che li seguiva.