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Capitolo VI.

raglio, strenuo , difensore di Nizza; e aveva affidato il comando della

Cittadella al Barone De la Roche d'Alléry, il valoroso difensore di

Verrua, preponendo 'nello" stesso tempo ' alla direzione generare del–

l'artiglieria il Conte Solaro Della Margherita e' conferendo al Conte

Virico Dami il comando supremo della piazza (1).

Perchè Vittorio Amedeo affidasse all'austriaco Daun il delicato

ufficio di reggere in tanto frangente il comando dell'estremo baluardo

del suo stato, mentre le forze piemontesi preponderavano sulle im–

periali, non sapremmo dire.

Più che non la mancanza di fiducia ne' suoi generali, dopo le

recenti capitolazioni, pensiamo lo inducesse a quell'atto la necessità

di dare un pegno sicuro della sua fede ai nuovi Alleati, nonostante

la perdita di quasi tutte le sue terre.

Quando i} Maresciallo francese .seppe che il Duca ' aveva lasciato

la capitale, tentò di farlo prigioniero, e lo inseguì con uu corpo di

scelte milizie. Vittorio Amedeo, messosi alla testa della cavalleria,

che il Fels aveva raccolto a Carmagnola, muove alla volta di Che–

rasco, inseguito dai Gallo Ispani. Li fronteggia a Fossano (fig.

92) ;

ma questi non hanno coraggio di dar battaglia, onde' si conduce

senz'altro a Cuneo.

'

Di qui, dopo di aver concesso un breve riposo alla cavalleria,

che appariva stanca e scoraggiata, mentre il nemico si attarda a

conquistare i luoghi circostanti e segnatamenteMondovì, che aveva

aperto le . porte ai Francesi per i rancori lasciati dalla repressione

della rivolta del sale, li ' dirige su 'Saluzzo; batte presso Staffarda gli

insecutori, e .per Cavour e Bibiana, può giungere alle valli del Pel–

lice. Colà, fatti scendere i cavalieri, e mandati i cavalli a rifarsi nei

verdi pascoli delle Aipi, con circa 3000 Valdesi si mette a difesa

delle gole dei monti. Dette quivi aspra battaglia ai Francesi, obbli–

gandoli . a . retrocedere con gravi perdite. Una tale vittoria non fu

sufficiente tuthtvia a dissipare ogni pericolo: il La Feuillade teneva

saldamente lo sbocco della valle.

.

Quello che sia . avvenuto dopo questo primo scontro non ci

è

noto, i cronisti contemporanei non ne fanno parola, nè le lettere che

il Duca scriveva al Daun e al Principe Eugenio ne parlano: sicchè

(1) Il generale Dàun, nato

il

19

ottobre

1669,

aveva combattuto in Ungheria e .

a fianco del Principe Eugenio preso parte alla battaglia di Zenta. 'I'rovavasì a

Torino fin dal 1705 e fu fatto .Conte dopo l'assedio e in ispecie pei meriti acqui–

stati nell'ultima difesa di Torino.