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Torino eroica

383

Da quel momento si può dire l'assedio di Torino entrava nel suo

periodo epico .

La scelta del Daun e del Caraglio per diri gere la difesa della

piazza non avrebbe potuto esser più felice, poichè, come ebbe ad

esprimersi il Consiglio della Città nella seduta del 12 dicembre 1706,

essi

«

havevano regolato sì prudeniemenie, che pareva non fosse città

assediata, mentre gli hanno fatto godere la più desiderabile tranquil–

lità come in tempo di .pace ,. non essendosi mai sentit o un 'min imo

disordine, anzi semp re vedu ta la cittadinanza e guarn igione con si

buona corrispondenza in (tgireconcordemente e con allegrezza siraor–

d'inaria nell'occasione massima degli attac chi che davan li nemici

» .

Di fatti , quantunque le provviste dei viveri fossero bast evoli per

cinque mesi, ne venne saggiamente regolata la distribuzione ; furon o

sgombrate le case più vicine alle fortificazioni , come quelle che erano

più esposte alle artiglierie nemiche, e qualora fossero state abitat e

avrebbero costituito un impedimento all'offensiva, Si disselciarono

le strade per attenuare i danni che le bombe potevano produrre

battendo sul ciottolato, e si collocarono vedett e sui campanili, af–

finchè segnalassero le mosse del nemico e gli appo stam enti delle

sue batterie; si rivestirono i tetti di uno st rat o di ter ra per imp edir e

o almeno attutire lo scoppio dell e granate. Furono poste in luoghi

remoti le materi e facilmente infiammabili, ad evitare gli incendi , e

vennero emanati ordini perchè in tutte le case si tenessero recipienti

pieni d'acqua per servirsene ad ogni evenienza. A prevenir tumulti

si posero in diversi punti della Città picchetti armati , con l'incari co

.di reprimere ogni più lieve moto cont ro l'ordine e la disciplina e

si pr esero disposizioni per uno spe ciale servizio di vigilanza e di

-- spionaggio (1).

Perchè il lettore si faccia un gius to concett o dell'ordinamento

di . difesa, ricorderemo un curioso decreto del Daun , col quale, pena

la multa e la fusti gazione, si faceva ass oluto divieto d'introdurre in

città le noci. Il pretesto era l'igiene ; il motivo vero l'esser si trovate

nei gusci, abilmente vuotati, corrispondenze sospette e inviti alla

dis erzione (2).

(1) Da un diario inedito del medico Rosin gana si registra

il

30 giug no l'im–

piccagione di una spia;

il

15 luglio fu impiccato in piazza delle erbe un soldato

disertore, e' un terzo

il

17 dello stesso mese.

(2) L'ordinanza del Daun diceva:

«

Stanti

li

danni che

si

sono riconosciu ti ai

soldati da l'uso delle n oci resta d'oggi in auanti vieta to a chiunque d'i ntrodurre

et'lar introdurre alcuna quantità bench é minima di noci sia in questa Città che