

Torino eroica
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Da quel momento si può dire l'assedio di Torino entrava nel suo
periodo epico .
La scelta del Daun e del Caraglio per diri gere la difesa della
piazza non avrebbe potuto esser più felice, poichè, come ebbe ad
esprimersi il Consiglio della Città nella seduta del 12 dicembre 1706,
essi
«
havevano regolato sì prudeniemenie, che pareva non fosse città
assediata, mentre gli hanno fatto godere la più desiderabile tranquil–
lità come in tempo di .pace ,. non essendosi mai sentit o un 'min imo
disordine, anzi semp re vedu ta la cittadinanza e guarn igione con si
buona corrispondenza in (tgireconcordemente e con allegrezza siraor–
d'inaria nell'occasione massima degli attac chi che davan li nemici
» .
Di fatti , quantunque le provviste dei viveri fossero bast evoli per
cinque mesi, ne venne saggiamente regolata la distribuzione ; furon o
sgombrate le case più vicine alle fortificazioni , come quelle che erano
più esposte alle artiglierie nemiche, e qualora fossero state abitat e
avrebbero costituito un impedimento all'offensiva, Si disselciarono
le strade per attenuare i danni che le bombe potevano produrre
battendo sul ciottolato, e si collocarono vedett e sui campanili, af–
finchè segnalassero le mosse del nemico e gli appo stam enti delle
sue batterie; si rivestirono i tetti di uno st rat o di ter ra per imp edir e
o almeno attutire lo scoppio dell e granate. Furono poste in luoghi
remoti le materi e facilmente infiammabili, ad evitare gli incendi , e
vennero emanati ordini perchè in tutte le case si tenessero recipienti
pieni d'acqua per servirsene ad ogni evenienza. A prevenir tumulti
si posero in diversi punti della Città picchetti armati , con l'incari co
.di reprimere ogni più lieve moto cont ro l'ordine e la disciplina e
si pr esero disposizioni per uno spe ciale servizio di vigilanza e di
-- spionaggio (1).
Perchè il lettore si faccia un gius to concett o dell'ordinamento
di . difesa, ricorderemo un curioso decreto del Daun , col quale, pena
la multa e la fusti gazione, si faceva ass oluto divieto d'introdurre in
città le noci. Il pretesto era l'igiene ; il motivo vero l'esser si trovate
nei gusci, abilmente vuotati, corrispondenze sospette e inviti alla
dis erzione (2).
(1) Da un diario inedito del medico Rosin gana si registra
il
30 giug no l'im–
piccagione di una spia;
il
15 luglio fu impiccato in piazza delle erbe un soldato
disertore, e' un terzo
il
17 dello stesso mese.
(2) L'ordinanza del Daun diceva:
«
Stanti
li
danni che
si
sono riconosciu ti ai
soldati da l'uso delle n oci resta d'oggi in auanti vieta to a chiunque d'i ntrodurre
et'lar introdurre alcuna quantità bench é minima di noci sia in questa Città che