

Torino eroi ca
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'vostro cannone non tiri affatto, ma , che conserviate la polvere p er
difendere le breccie
» .
I
Tentò di fargliene pervenire abbandonando alla corrente del Po, otri
di pelle di capra, rip ieni del pr ezioso esplos ivo, e qualcuno giunse
a destinazione: ma gli 'assedianti si accor sero dello st rattagemma
e ar matisi di reti
e di un cini pe–
scavano per pro–
prio conto quei
recipienti (1).
Provò ad in–
trodurre nell a
Citt à con un
co lpo di mano
le desiderate mu-
Fi g. 94. - Di segn o di un a moneta di Vit torio Amed eo II.
nizioni , inviando
500 cavalieri per
Pino, Reaglie, alla Madonna del Pilon e, dove, guadato il Po, sarebbero
penetrati in città per Vanchiglia , aprendo la via a 150 cavalli di arti–
glieria ' car ichi di polvere , mentre la guarnig ione, con improvvisa
so rtita, avrebbe distratto l'attenzione del nemico. Il tentati vo abil–
mente escogitato fallì, perchè gli asse dianti, non avendo ricevut o i
. messaggi del Duca che davano pr eavviso dello strattagemma, scam–
biarono i cavalieri du cali per nemi ci.
Oltre la pol ver e venivano a man care anche i proiett ili, e allora
si scagliarono le pietre e si con vertirono in palle le lastre di piombo,
che coprivano le ch iese di S, Salvario e dei Cap puccini.
'Ragione di grave pen siero per il Daun erano le diserzioni fre–
quenti. Egli trattava i soldati umanamente e cercava di alleviare le,
loro fatiche per quanto poteva, procurando che non man cassero di
vitt o sano e abbondante
(~).
Contuttociò, durante l'a ssedio, il numero,
,dei disertori salì a duemila.
(1) Il 23 agosto, sfu ggito all e reti e all e guardie del ponte di Cavoretto giunse
l'ultimo di quei bizzarri
socc~rBi
gallegg ianti.
(2)
, El generaI Daun con soua prodezza
Col so bon coeur, e Boa sav iezza
Coi Turineis, e le soue squadre
Se portava da padre,
Cont enent la milizia
Con la clemenza e la gius tizia .