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Torino eroi ca

389

'vostro cannone non tiri affatto, ma , che conserviate la polvere p er

difendere le breccie

» .

I

Tentò di fargliene pervenire abbandonando alla corrente del Po, otri

di pelle di capra, rip ieni del pr ezioso esplos ivo, e qualcuno giunse

a destinazione: ma gli 'assedianti si accor sero dello st rattagemma

e ar matisi di reti

e di un cini pe–

scavano per pro–

prio conto quei

recipienti (1).

Provò ad in–

trodurre nell a

Citt à con un

co lpo di mano

le desiderate mu-

Fi g. 94. - Di segn o di un a moneta di Vit torio Amed eo II.

nizioni , inviando

500 cavalieri per

Pino, Reaglie, alla Madonna del Pilon e, dove, guadato il Po, sarebbero

penetrati in città per Vanchiglia , aprendo la via a 150 cavalli di arti–

glieria ' car ichi di polvere , mentre la guarnig ione, con improvvisa

so rtita, avrebbe distratto l'attenzione del nemico. Il tentati vo abil–

mente escogitato fallì, perchè gli asse dianti, non avendo ricevut o i

. messaggi del Duca che davano pr eavviso dello strattagemma, scam–

biarono i cavalieri du cali per nemi ci.

Oltre la pol ver e venivano a man care anche i proiett ili, e allora

si scagliarono le pietre e si con vertirono in palle le lastre di piombo,

che coprivano le ch iese di S, Salvario e dei Cap puccini.

'Ragione di grave pen siero per il Daun erano le diserzioni fre–

quenti. Egli trattava i soldati umanamente e cercava di alleviare le,

loro fatiche per quanto poteva, procurando che non man cassero di

vitt o sano e abbondante

(~).

Contuttociò, durante l'a ssedio, il numero,

,dei disertori salì a duemila.

(1) Il 23 agosto, sfu ggito all e reti e all e guardie del ponte di Cavoretto giunse

l'ultimo di quei bizzarri

socc~rBi

gallegg ianti.

(2)

, El generaI Daun con soua prodezza

Col so bon coeur, e Boa sav iezza

Coi Turineis, e le soue squadre

Se portava da padre,

Cont enent la milizia

Con la clemenza e la gius tizia .