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Capitolo
VI.
A queste defezioni si provvide con le milizie cittadine, ordinate
su otto battaglioni e con un reggimento di
«
suburbane
».
Era così vivo lo spirito patriottico che animava queste milizie
civiche, che si dolevano di non essere esposte agli stessi rischi e
pericoli che correvano i soldati regolari. Per soddisfare il desiderio
di quei benemeriti, il Dau
ll
affidò loro, ai 7 d'agosto, la custodia
.della strada coperta, che .ricorreva alle falde del poggio dei Cappuc–
cini,
~
dal
a
dello stesso mese in poi le impiegò, mescolate con
le
tr~ppe
stanziali, .alla guardia dei forti della collina.
Ai quindici d'agosto la Città era ancora in condizione di resistere;
ma i segni dell'esaurimento cominciavano a farsi visibili, e se ' un
provvido soccorso non fosse presto venuto. .in tempo non lontano .
si prospettava inesorabile la capitolazione. Cercavano perciò di con–
fortarsi a vicenda.
Ant Tirin u je In bel giardin
Lu re di Fransa u j vol In gran ben.
Oh se al pudeis aveile paganda i mei dinèe,
Vurreiva che u generai di Fransa u fissa u giardinèe.
Ant culi jardin u j è di bei lim ùn,
U j' è d'limun e ancora di sitrun.
Fasinda li limunadi
l'é
rivà li fantassin;
Lisuldai de la Sfuijada son restai sutta Tirin.
Fèvi curage, Piemunteis, vui atir Piemunteis!
Battiruma li Spagnoi e isti bugher di Franseis.
Un
ultimo sforzo
esorta Vittorio Amedeo, se manca la polvere,
si combatta ad arma bianca; ma che Torino resista. '
Un
ultimo sforzo
chiede alla sua volta il La Feuillade, e Torino
cadrà. Lo aveva promesso al Re, e ogni promessa
è
debito. Lebat–
terie francesi raddoppiano, triplicano la loro attività infernale, mentre
affievoliscono e rallentano quelle della piazza.
I forti cominciano a rovinare nonostante il valore dei difensori,
che corrono, col sacrifizio di molte vite, a ripararne i danni.
La lotta accennava ormai a volgere in favore degli assedianti,
quando, a rialzare gli animi e . ravvivare le speranze dei Torinesi,
intervenne l'opera efficace delle mine.
.
Torino possedeva un doppio sistema di gallerie atte ad essere
minate, scavate l'una sotto l'altra e munite di volte in muratura.
Partivano dalla Cittadella come i raggi d'una stella e s'avanzavano
verso la campagna. La prime erano profonde sette od otto metri, le
altre raggiungevano la profondità di quattordici metri, e comunicavano
fra di loro per mezzo di scale e di pozzi. Dalle gallerie principali si