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18 novembre 1838 nominat o Gran Mastro del Cor po R. d'Ar–

tiglieri a, conservando però il titolo di Ispettore generale del–

l'Accademia. Il 21 novembre egli ri volgeva agli allie vi

il

se–

guente or dine del giorno :

« Il

tenente genera le sottoscr itto, chiamato dalla gra zia del

Re alla splendida dignità di Gra n Mastro d'artiglieria, nell' atto

di depor re il gener ale comando della R.

A,

M. (grave, ma dol–

cissimo car ico da lui per tanti anni sostenuto) non può n è vor–

r ebbe trattenere il COl'SO dei pensieri e degli affetti che lo muo–

vono a pa rlar qui ancora una volt a agli ot timi super ior i, agli

amatissimi allievi e quante altre sono le per sone, tutte caris–

sime del Cor po accademico.

. «

A lui, per quanto avrà di vita, sempre saranno di gratis–

sima

rlmernbr anz a

gli anni passati in questa car ica, confortato

di con tinuo dagli esempi di tanto zelo, di tanto ingegno, di

t anta dottrina nei super ior i, di tanta candidezza d'animo, di

tanta amor evolezza negli allievi, di tanta devozione al Trono e

schiet tezza di sensi e di professione r eligiosa negli uni come

negli alt r i.

«

A lui sarà in ogni tempo cagione d'indi cibile compiacenza

il

ri cor dare come alla pat erna voce di quel Re, di cui

il

nome

sarà sempre in benedizione nelle nostre cont rade, sorgeva, san

or mai 23 anni, quest o nobilissimo Istituto, pr omosso dalla anti–

veggenza di quel minist ro di cui non fu mai altro sì illustre che

siedesse nei Consigli dei Reali di Savoia, e govern at o da quel

Capo, prim o comandante genera le, in cui sare bbe dubbio tuttavia

qual fosse la prin cipale vir tù se non avesse fatt o campeggiare

più luminosa di t ut te la sua specchiata prudenza.

«

E crebbe veramen te sotto di cosi nobili auspici l'Istituto

Accadem ico, oggetto d'emulaz ione per non dire d'invidia alle

estere nazioni. Si affollarono gli allievi, venuti oggidì a quel

DUmeI'O che di tanto eccede, come

è

noto , il numero dalle stesse

regole accademiche preveduto e prefisso.

«

I prosperi successi avevano così coronata l'opera dei bene–

mer iti suoi fondatori : mancava quel compimento di n'orme per

gli st udi

pìù

sublimi, cui dovevano, secondo

il

primo pensiero

del Re fonda tore sopper ire i Cor pi vari i, e cui pure andò sup–

plendo lo stesso Istituto Accademico ; sotto gli influssi benefici