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di un a sc uola con tro l' altra ostina ti e feroci. Alcuni fra i cam–
pioni malconci anda vano all' Inferm er ia, ed a lle s fi de individuali
succedeva no ben prest o nu ove battaglie in CO I'pO. I super ior i
ch iudevan o un occ hio e lasciava no fare, e c redo cosi tolleras–
SCl'O per agguen- lro gli an imi d i q uei raga zzi alle lotte più ser ie
del l 'et à
matur a. Difatti nell 'Accademia, come nel mon do, era.
V8l'O
l' assioma
Vae cicus
t
Il debole tiranneggiato cerc ava con
ogni mani era di di ventare anco r esso r obu st o per non lasciarsi
opp r imere .
»
Questo r egn o dell a forza non v lgeva so lo nell e r e–
lazioni fra compagn i; si est r inseca va in ogni modo. « Delle gr an
monellat e si facevano ; eravamo davvero un a r accolta di discoli
incorreggi bili. Non va levano i castighi, la squadra franca , le pri–
gion i nell e soffit te , il pane ed ac qua , la fazione col fucil e di
piomb o, tutto era van o a mettere un freno a quei duecento de–
moni che da man e a se ra, qu ando non si dav an o botte, non si
occ upavano d'alt ro che di ese r citare la
.10 1'0
malizia contro ai
super ior i ed a i sorv eglianti. - Pover i aiuta nti di squadra ! Che
vita facevano fra ·di noi qu ei vecch i avanzi delle gue rre del–
l'Impero ! Fra loro e noi si stava in un continuo stato dI osti –
lità, noi a fa rne loro qual cun a, essi a ca st iga rci, sicchè fini van o
per inasprirsi e trattare! assai duram ente. »
_
Il Re Ca r lo Alber to non cessava di interessarsi all 'Accademi a :
ne faceva ven ire g li allievi a Stupinigi (5 giugno 1839), ve li
passa va in ri vista, li faceva man ovrare e li t ratteneva a cola–
zione ; li vedeva e li compliment ava a l Ca mpo di San Maurizlo
(11 settembre) ; li ispezionava minutamen te (13 maggio 1840}
nell a loro residenz a . In qu est'ultima occasione, Car lo Alberto,
sodd isfatto ri chiedeva al comandante qual premi o potesse es–
ser e desid erato da gli a lliev i, qu al segno potesse dar loro del
suo gradime nto .
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ministro della g uer r a pr esent e,
«
precor–
r en do con es pa nsione d'animo ai desider i del coma nda nt e, pro –
pose che di reale bandiera fregiato fosse, a pari dei primi bat–
t agli oni dell 'Esercito, il battaglione degli Accademisti. Accon–
senti ben ignamente il Re e
il
coma ndante aggiun geva nuova
preghiera ed era che l' au gusta man o di S. M. la Regin a avesse–
degnato di tessere qua lche punto del r eal e - stendardo. » E
il
comandante nel fare di ciò pa rteclpaz lone ag li alliev i, soggìun–
ge va : « Diletti allievi ch e la clemenza d'in clito monarca in cotal