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segno (1), quel ' per iodo venne battezzato per ischerzo il secolo
di Giulio
II,
(2)
».
In tanto fin dalD maggio 1841,
il
mini stro, presi gli or dini del
Re, aveva permesso ch e ag Ii alliev i fosse ridato
l' uso della
sciabta,
del qual e erano stati privati , e che fosse tolto
«
alla
bandier a
il
velo di cui era sta ta ricoperta nella passata malau-:
gurata circost an za » e le cose ri prendevano un aspetto normale.
Pa re peraltro che
il
ministro Villamarina non fosse comp leta–
mente t ranquillo al ri guardo poich è
«
scorgendo che l'idra del–
l'i nsubor dinazione in certi allievi rial za ancora orgog liosa la sua
testa» ord inava
il
15 genna io 1842 che « a partire dai pr ossimi
esam i
il
coman dante, nell'invio dei ri sultati di essi mandi in
piego ri servato alla Persona del Primo Segre tar io della guerra
un fedele estra t to dello specchio di condotta di ogni allievo
uscente. Presi, con questo specch io alla mano, gli ordini sovr ani,
il
ministro procederà in conseguenza.
»
L'ann o 1842 fu contrassegna to dall e feste numerose e gr an–
diose celebratesi in P iemonte per le nozze dell'e rede della Co–
r ona con una a rc iduchessa d'Aust r ia, di Vittor io Emanu ele con
Mar ia Adelaide. La più bella di quelle feste fu certamente
il
tor–
neo esegu itosi nell a P iazza di San Car lo, nel qua le i cavalier i
piemontesi fecero mostra di a rd ire e di equestre maestria (3).
Di questi cavali eri, quasi tutti uflìcìali dell'esercito, una buona
parte, metà all 'incirca, erano antichi alliev i dell'Accademia; e
di essi parecchi avevano già preso parte all'eleganti ssimo torneo
che aveva av uto luogo nel R, Teatro di Torino e in onore del
granduca ereditario di Russia
il
21 febbr aio 1839.
Gli allievi dell'Accademia intervenn ero alle feste ·fattesi nel–
l' occasione di queste nozze e, fra le altre, furono
il
9 magg io
invitati dal Re a St upinigi. « Alle Il giunse
il
Re; attraversò la
gran Sala e sceso nel parco trovò in faccia alla gra dina ta e
passò in r assegna gli allievi de ll'Acca demia militare che eseg ui–
r ono alla sua pr esenza var ie evoluzioni e quindi sfilaro no in bel-
[1) Gli allievi Grima ldi, De Bel ly , Van done, Sac co, Luigi Ba lbo, Ballero e Spa lla si
dilettavano in disegno e conservarono quest'inclinazione segnalandosi come distinti di–
lettanti di pittura.
(2)
GRIMALDI,
op. cit, Cap . XII .
(3)
Pr~ELLI.
St.
".i1.
de! Piemonte,
III, L