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presa della guer ra, che non era stata che interrotta dall'armi–

stizio Salasco, avevano nell'Accad emia la ripercussione stessa

che avevano avuto l'anno precedente: non erano possibili gli

studi quando appariva agli allievi la prospettiva di essere seno

z'altro nominati uffi ciali e le repressioni disciplinari riuscivano

solo a mantenere a stento l'ordine apparent e. ester iore.

Anche la distribuzione della nuova bandi era, avvenuta preci–

samente

il

15 marzo 1849 (l ), doveva evocare coi suoi tre colori

il

ricordo dell'occasione nella quale era stata mutata e le glorie

della è ampagna di guer ra così tri stamente inter rot ta , doveva

eccitare perci ò nel cuore degli allievi nuove speranze , nuove

impazienze. Ma purtroppo su queste speranze , su queste impa–

zienze SC6se infausta la notizia della rotta di Novara e le sue

conseguenze. Mentre

il

15 marzo

il

ministro della guer ra (gene–

ral e Chiodo) annunziava al comando dell'Accademia che

il

Re

era disposto a nominare luogotenenti nelle armi d'artiglieria e

del genio gli allievi del 5° anno armi dotte, e sottotenenti nelle

armi di fanteria e cavalleria quelli del

e del 3° ann o armi

dotte e armi comuni,

il

27 marzo il primo ufficiale del minister o

stesso (col. Cadorna) significava che

«

l'attuale condizione delle

cose facendo tornar forse

(sic)

inoppor tuna la nomina di uffi–

ciali, si dovesse desister e da ogni prop osta per la nomina di

sottotenenti nelle armi comuni ». Il comandante

«

nel rendere

note queste super ior i disposizioni non

p otè

non ricordare agli

allievi, i quali sare bbero stat i pr opost i per promozioni, che ' come

è nobilissimo lo slancio a mostrarsi pr onti di dar e anche la vita

pel Re e per la Patria, non meno nobile è

il

sapersi ra ssegnare

a qualsiasi altra esigenza di pubblico interesse » (2). La ra sse–

gnazione, dopo l'esito infelice della campagna di quell 'anno, di–

ventava necessità assoluta pel Paese. Gli allievi dell'Accad emia

non potevano sottrarsi a questa dura necessità e da quel giorno

(1) Il pr oclama di Carlo Alberto ai l'0110li della Lombardia e della Venezia del 23

marzo

1848

terminava

così :

"

E

per

v iemmeg lio

dimostrare

con seg ni esteriori

il

sen–

timento dell'Union e italiana. vogliamo che le nostr e truppe ent rando nel territorio della

Lombardia e della Venezia porti no lo scudo di Sa voia sovrapposto alla bandiera tri–

colore italian a

n'

Con circo lare mini steriale del

lO

gi ug no era stata ordi nata la modi–

ficazione alle cocca rde e ban dier e di tut ti i Corpi, e questi erano stati incaricati di

provvedere direttam ente, L'Accademia aveva cosi acquistato la bandie ra che durò 1"01

tino al

1894.

(2) Ordine del 28 mar zo

18-19.