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l'attenn ero le manifestaz ioni, per le quali ' non poco aveva avuto
<la far e
il
loro comandante interinale cav. Cug ia. Il quale, pro–
mosso maggior gener ale
il
15
novembr e
1848,
aveva cont inua to
a tener e in via provv isoria
il
comando genera le ed in ogni oc–
casione si era ca lorosamente adope ra to in favor e dei suoi alliev i,
ottenendo in ult imo dal Ministero che gli allievl del
4°
Corso
a vesser o precedenza di anzianità su quei lor o compagn i che usc iti
se rge n ti l'anno prima avevan o ottenuto
il
gl'ado di ufficiale (l) .
Non a torto perciò eg li nel partecipar e questo agl i alli evi , li
invitava ad essere grati all e sollec it udini del Governo e a r ico–
noscere esser vi ch i vegliava sempre a tutelare i .
]01'0
interessì
soggìunge ndo 101'0 che « niun sac r lfìcio ne lle at tuali gra vi emer –
genze in cu i si t rova la Patr ia nost ra, deve essere gl'ave a chi
per essa era pro nto a dare la vita ». Il carattere di
burbero
benefico
che gli Accademisti attribuiva no al lor o comandante
non si smentiva fino alla fine .
Il l ° luglio
il
maggior gene ra lo cav. Alberto
C UOIA DI
SAN"T'OR–
SOLA
venn e destinat o al comando della bri ga ta Regina (2), e a
succe dergli nel comando dell 'Accademi a fu chiama to
il
maggior
genera le nel R. Cor po di Sta to Maggior e Ge–
nerale cav. Luigi FECIA
DI COSSATO.
Egli era
nato a Biella
1'8
gennaio
1800,
e in seguito ad
esami subiti presso l'Accademia milita re come
aggregato esterno,
era stato nom inato sotto–
tenente nello Stato Maggiore Generale
il
26 di–
cembre
1817.
Aveva poi per corsa !'i nt era sua
car r iera nello stesso Cor po salvo poch i mesi nei
qua li comandò, al pr incipio de l
1848,
il
17°
re ggimento fant eria.
Nella pr ima campagna fu sotto-capo di Stato Maggiore a l quar-
(1) Egli scriv eva
a l
Ministero con linguagg-io aperto e non senza qualche amarezza
che gli man cav a ogn i ragione fondata da opporre agli alll evì che si lagna va no. " La
lor o
docìlìtù,
il
rispetto all'ordine, l'a ppli cazione agli studi certamente non sono bene
ricamùiate se a questo li ha condotti, di dovere cioè un g iorno sottos tare nei Corpi a
qn elli stessi compagni che se per mancanzo non fossero stati all ontanati dall'Acca–
d.emia,
mai
l'iii
per ragi one
di
studi
av rebbero
av uto a superiori, ecc. n"
(2) Nell'Ordine del g iorno col quale egli rimetteva
il
comando, egli diceva : " Kel
di pa rtìrmi da questo Il. Istituto io non l'osso a meno che esprimere la pena che mi
contrista nel dovermi dividere dalla ge ntile c genero sa g
ìovent ù
che vi è raccolta , da
cui io ebbi infinit e prove daffetto , da tu tto
il
per sonale di governo si milit are che
ecc lesiastico , che con ta nto solerte interessamen to ha pr omosso l'ottima educazione
militare c religi osa degli allie vi e finalm ente dal Corpo insegnante che con instan ca-