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VITTORIO CAVALIERI

capigliatura color del grano, e laura di salute,

di freschezza, di giocondità che spira da

questa tela...

Sogno di primavera.

— È un boschetto

dove il sole getta sprazzi doro qua e là, sul

tappeto erboso tempestato di fiori, e innume­

revoli bambine e giovinette, figure fra ange­

liche e umane, tutte vestite di bianco, vicine

e lontane, raccolgono fiori o siedono in cerchio,

o trasvolano, chiamandosi l’una con l’altra,

gioconda, cantando, luminose d’allegrezza ed

ebbre di vita: un sogno veramente, una pri­

mavera di volti e di anime, una visione di gioia

e d'innocenza in un mistero verde che ha

qualche cosa di sacro, e che vi strappa dal

cuore dei baci ideali e delle parole confuse di

benedizione e d’amore. £ pittura e poesia, e

mentre guardate la pittura e sentite la poesia,

vi par di udire una musica dolcissima...

Scrissi anche della

Forza motrice:...

(dopo

la descrizione). Il macinino fa l’ufficio che

fece il libro fra Paolo e Francesca. Il sorrìso

che scintilla in faccia a quei due

morveux,

pieno di beatitudine, di monelleria, di fan­

ciullesca malizia e di saporitissimi sottintesi,

è una trovata da artista di genio, conoscitore

finissimo di quell’età e delle prime manifesta­

zioni dell’amore e del senso.

Le ho trascritto queste parole improvvisate,

non perchè vi attribuisca loro un valore qual­

siasi, ma perchè sono l’espressione spontanea

e sincerissima dell’effetto che mi fecero i suoi

quadri. Non sono un crìtico d’arte, non hanno

alcuna autorità i miei giudizi; ma so che ai

veri artisti riesce gradita qualchevolta, quando

è schietta e calda di simpatia, anche l’ammira­

zione dei profani. Non ebbi che una volta sola

il piacere di parlarle: eppure sento il bisogno

di sottoscrìvermi

il suo amico

D

e

A

micis

.

Torino, 15 giugno 1902

Le opere

Un turbine, Sogno di primavera, Flora

alpina

descrìtte dal De Amicis e

Storia d'amore

ispi­

ravano ancora ad una fra le più nobilmente rappre­

sentative figure della nostra letteratura femminile:

Luigi di San Giusto, i sonetti dedicati in quell'epoca

a Vittorio Cavalieri e che d è gradito qui riprodurre:

Il turbine.

O hunrhi vota intorno ai tasnrhi volti

verginali, dipinti di agoaMato.

com’ali bianche trepide nel vento,

svolasaaati an gli omeri, diadoltit

O petali dal ttbm e travolti,

spani poc'aasi fai atto grave • lento,

da pare mani! Andava 8 Sacramento

via

t u 1 ocvou taciti e raccolti.

Urtila in fondo la chissà. che aa pittore

Se vi guardo cori, mi trema il core

in freschi sogni che la vita ritinse,

o travolse nel vento vorticoso.

Sogno di primavera.

Ora di pace è qassta. Già dai òeii

impalliditi scendono

fantasie di lontane primavere,

?-----------------*-_ a a ----------------l _

-----------n_« -----ma

innocenti ow enc in Dianeni ven.

I Bevi piè non radono gli steli

novi de l’erba. Folleggiando a schisre

passan le

tiepide chimere

M ata di che ti dnoli. anima mia?

Qnak ingsnnn ridesta in te qnest’ora,

Toma, tana a la taa

che la vita « i l segnoti ;

Noa sai? Da molto taamo è 1

■v S s *

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