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VITTORIO CAVALLERI

F iere elplee

Santuario d’Oropa, dove s’ammirano due sue lu­

nette di tre metri ciascuna di lunghezza:

La Guerra

e

La Pace

ed un grande

ex voto

e alla chiesa parroc­

chiale di Frabosa Serro. Con particolare, spirituale

dedizione il Cavalieri ha corrisposto agli incarichi

affidatigli portando a compimento opere di arte

cristiana vissute attraverso la sensibilità d’un ana­

coreta, che, lontano dal mondo, dalle esteriorità,

più intimamente poteva sentire tutta la sublime bel­

lezza di giungere con le sue concezioni — alimentate

da quella Fede, che accompagna sempre la vita sem­

plice degli eletti cui la magnificenza della natura è

gran premio alla diuturna fatica — alle folle oranti

delle chiese e dei santuari.

Le decorazioni della chiesa di Frabosa Serro,

all’encausto, comprendono:

L ’adorazione del Sacra­

mento

(due grandi quadri);

La vita di Gesù (Nascita -

Predica nel deserto - La moltiplicazione dei pani -

Gesù coi fanciulli - Gesù e la Maddalena - Consegna

delle chiavi a S. Pietro - La Cena • Il Calvario

);

I tito­

lari della Chiesa: San Filippo e San Giacomo

;

La Fede

e ia Speranza

;

Gli Apostoli

ed altre varie lunette

con

santi e sante.

A suo collaboratore nell’esecuzione di queste

opere, che rappresentano un'attività di qualche anno,

il Cavalieri ha avuto l’affezionato suo discepolo

Mario Cachet, che ha lodevolmente superato non

poche prove nell'aspro cammino dell’arte. Il Gachet

infatti ha partecipato ad importanti esposizioni anche

all’estero (Esposizione d’alta montagna a Londra nel

1911; Esposizione di Brera nel 14 con

Anime devote,

acquistato da S. M. il Re; Esposizione opere riguar­

danti la Guerra, dove ebbe il prono premio; Prima

3 4

Esposizione Nazionale della Cer­

tosa di Pavia nel 29; Mostra Na­

zionale dell’Economia montana,

dove ottenne una medaglia di

bronzo). A lui, che visitò, fissan­

done in numerose assicelle e tele,

i paesaggi, gli usi e costumi più

caratteristici, la Tripolitania, la

Sicilia e la Sardegna, sono pure

dovuti i

ritratti di S. M. la Re­

gina Margherita

e

di S. A. R. I.

la Principessa Laetitia

per l’Am­

basciata d’Italia ad Atene, un

grande quadro (

Battesimo di Gesù)

per il Duomo di Pietra Ligure,

ed ultimamente i lavori di deco­

razione per la chiesa parrocchiale

di Campiglia Soana. Alla Gallerìa

d’Arte Moderna di Torino è rap­

presentato da una delle sue opere

più delicate:

Pagina romantica.

Se il Gachet è il discepolo che

più quotidianamente vive la vita

del Maestro, costantemente al suo

fianco, moltissimi altri artisti,

qualcunodeiquali godeormaibella

edinvidiata fama, sonostati allievi

di Vittorio Cavalieri, o sono passati, chi per più

lungo, chi per più breve tempo, nel suo studio. Nume­

rosa la schiera, che onora il Maestro, comprendendo

essa Lidio Ajmone, Giuseppe Bozzalla, Alessandro

Lupo, Enrico Merlo, Carlo Cane, Edoardo Nicolello,

Giuseppe Moreno e non può essere dimenticato Luigi

Arbarello troppo prematuramente scomparso.

Socio onorario deU’Accademia di Brera ed Acca­

demico dell’Albertina di Torino, Vittorio Cavalieri,

che ha opere sue mirabili sparse, come abbiamo visto,

in collezioni ufficiali e private, per tutto il mondo, non

ancora rappresentato alla Galleria d’Arte Moderna di

Roma, sente ora più che mai bisogno di solitudine e

di pace e, tutto intento nel suo romitaggio virgiliano

ad eseguire qualche ordinazione di committente, è da

più anni quasi totalmente assente alle esposizioni.

Dopo una sua personale alla Promotrice del 1920, con

opere tutte di proprietà, molte già precedentemente

esposte

(ritratti del dott. Berta, del conte e contessa

Matthieu di Pian Villar, Studio del comm. P. Giocosa,

Confidenze

e

vedute

varie

di Castel Gandolfo, Co­

steggio, Bordighera, Lago d’Orta, Valle d’Aosta

e del

Canavese)

e qualche altra apparizione nel 21 alla

Promotrice

(Ritratto

e

Inverno)

ed alla Quadriennale

del 1923

(tre ritratti),

lo abbiamo solamente più ritro­

vato con una sua personale nel 1932 alla Gallerìa

Codebò, organizzata con altre dell’Ottocento (di Del-

leani, Corsi di Bosnasco, Silvio, Ugo ed Alberto

Allason, Marco Caklerìni, Foliini, Stratta, Pollone»,

Carpanetto, Reycend, ecc.) da Agostino Mario

Co-,

manducci.

L’eletta riunione di ritratti, di paesaggi, di im-;

pressioni varie, se non di grandi quadri, che si potè-'

(Fai. M aau|U il