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VITTORIO CAVALLERI

ir«t

Premio Brìcherasio con altro ritratto dovuto all’arte

di Paolo Gaidano, e soprattutto il

Ritratto d'artista

(la sorella del pittore Gachet), esposto alla Biennale

Veneziana del 1909 (unitamente a

Cortile d’Issogné)

ed uno di quelli che più autorevolmente resisteranno

ad attestare le forti personali caratteristiche di ri­

trattista del Nostro.

Il

Cavalieri come abbiamo già detto fu assiduo

espositore alle Biennali Veneziane ma a quella del

1907 era esposta quella sua

Domus aurea

che sarà

sempre una delle più aristocratiche, nobili opere del

Maestro e che siamo sinceramente spiacenti di non

poter riprodurre. SI,

Domus aurea:

un gruppo di al­

lieve dell’istituto delle Figlie dei Militari, nella loro

caratteristica divisa nero azzurra, s’incontra, sulle

scalee della ricca Villa secentesca che le ospita, con

altre educande. Il sole al tramonto illumina i volti

nostalgicamente pensierosi delle giovinette ed avvolge

in un’intonazione calda, dorata, come in un’aureola

divina, le magnificenze architettoniche e le bellezze

naturali di questa nostra Villa della Regina che

«

Alle Figlie dei suoi difensori la Patria riconoscente

»

destinava

come suggestivo luogo di raccoglimento e

di studio.

Quale

più sublime riunione

di idealità, di

storia, di arte?

Fra

le motte opere esposte alle w**»—^ Vene­

ziane ricordiamo ancora, fra le già citate e pah note­

voli,

Ofpitaèiiè Montanina

(un

accolto cor­

dialmente da una famiglia di montanari che con lui

dividerà, e col cuore, to rivelano le espressioni dei

volti la " nii^Mii— nolenta), nd 07.onera acauàrtata

dal Municipio di Udine per il Civico Museo Marangoni

di quella città;

Aracnidi

(eleganti villeggianti inse­

gnano a fare la maglia a due contadinelle) nel 1910,

e

Preparativi

(1895), con

Angelo custode; Triboli,

pastello (1901);

Siamo bimbi

volanti— dai nimbi

nei santi splendori — vaganti

(1903),

Ritratto

(1905).

Vittorio Cavalieri non sarà assente in questo

periodo e negli anni che seguiranno alle nostre Espo­

sizioni della Società Promotrice ed Amici dell’Arte

e neppure a quelle di altre città, con opere già citate,

anche perchè passate da una mostra all’altra, e

nuove altre come, fra le esposte alla Promotrice:

Ritratto

e

Settimana santa

(1904);

Fioritura nuova

(1905);

Pensosa signorina dei campi, Ritratto, I bimbi

(1906);

Fiamme vaganti

(1907);

ritratto —

con

Domus

aurea

e

Cortile d'Issogne

— (1909);

Nuova dimora,

riprodotta in tricromia nella cartella ricordo ai soci

(1910);

Ottobre

e

Giorgio

— ritratto del conte Giorgio

De Vecchi di Val Cismon (1912);

Quies

(1913) ;

In

sommo quies

;

Autunno

e

Bufera

;

Le bimbe

(rispetti­

vamente, queste ultime quattro, negli anni 15-16,

16-17, I

7

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Circolo degli Artisti). Dal 1917 in

poi però egli era quasi completamente impegnato

in importanti opere d’arte decorativa religiosa al

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