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ERNESTO RAGAZZONI... BEVITORE DI STELLE

Inv itato una vo lta in una sbad ig lian te riunione

di signore e signorine letterato id i a dir qualcosa di

suo, improvvisò:

E lieve lieve

cade la neve

sull’alta Pieve

di Pontassieve

e il tetto breve

che ne riceve

più che non deve,

si fa più greve

ahi troppo greve,

e cade in breve

non più la neve

sopra la pieve,

bensì la Pieve

sotto la neve,

che cade lieve

sull’alta Pieve

di Pontassieve

e il tetto breve

che ne riceve

più che non deve

si fa più greve

sempre più greve,

ahi troppo greve

e cade in breve

non più la neve

sotto la Pieve

sibben la pieve

sotto la neve

che cade lieve...

avvertendo d ’esser disposto a con tinuare così per

almeno un paio d ’ore.

N o t a b io g r a f ic a .

— Kmesto Ragazzoni diceva sempre:

« Io non vorrei una biografìa che dicesse grave e solenne:

•' E. R. nacque ai tanti del mese dell’anno tale, e morì, ecc.

E se aggiungesse poi che studiai all’ istituto tecnico di

Novara e che ebbi il diploma di ragioniere? Pensa quanto

sarebbe buffo di far sapere al mondo che quel mattacchione

di Ragazzoni era ragioniere! ». Così, rispettando le sue

volontà mai si fecero delle biografie

togate.

• Il mio elogio

funebre? — diceva ridendo — Mi farebbero sbellicare dalle

risa anche sotterra? Che diavolo potrebbero dire di serio

di me? ».

Comunque sarà bene dar qualche cenno biografico al

lettore che poco conosce del raro compianto amico.

Ernesto Ragazzoni nacque in Orta Novarese tra il

1870-72 (chi mai seppe la data precisa?). Studiò a Novara,

si diplomò in ragioneria, fece parte dell*Amministrazione

delle Ferrovie... e ne uscì per entrare nel giornalismo, dove

del resto già militava, collaborando a tutti i giornali... che

gli pubblicavan la roba sua con sperticati elogi e punti o

pochissimi quattrini. Il periodo del <ragionaa » e del «fer-

rodano » furono per lui unicamente dedicati a legger libri.

Fu dai più creduto unicamente un bizzarro, per

gli atteggiamenti formali e paradossali della sua

lirica e del suo carattere. È stato invece una gentile

anima d’amico, un cuore facilmente tocco dalla

bontà, un’intelligenza commossa davanti al dolore

e pensosa davanti alla Morte.

«Io sono una fede in cerca d’un Dio »mi diceva

spessissimo e scandeva con voce velata:

Il mondo è una prigione in che l’anima hai chiusa

uomo, ed invano brancoli tastando alle pareti.

Sono di là da quelle i bei fonti segreti

ove tu aneli e dove la pura gioia è fusa:

Qui solo hai qualche gocciola di ver per le tue seti.

Della vita ebbe un concetto di disincanto assoluto

e passò in mezzo alle lotte ed al tumulto d’essa con

un’anima meravigliata come il suo volto allorché gli

si faceva qualche discorso troppo serio. La morte

10 ghermì rapida, in una fredda notte di dicembre,

vegliato da Colei che era stata la luce più alta della

sua anima. Morì è mi ricordo che, allorché la mat­

tina accorsi al suo capezzale tra i primissimi, forse

11 primo, con l’amico Pin Bortolotti, notai che un

lieve sorriso errava sul volto pacato, serenissimo:

Qui giace Ernesto Ragazzoni d’Orta:

D ’essere stato vivo non gl’importa.

ANGIOLO BIANCOTT

1

imparare le lingue ed agguerrirsi nel mestiere dello scrit­

tore facendo sì che diventasse arte.

Fu redattore della

Stampa,

diresse per breve tempo il

Giornale di Novara,

tornò alla

Stampa,

indi fondatosi

II

Tempo

di Roma, passò in quella Redazione.

Corrispondente da Parigi, da Londra, da Berlino, ma

sopratutto dalle prime due capitali europee creò il tipo della

corrispondenza di colore, campo in cui rimase e rimane —

con buona pace di molti valorosissimi corrispondenti attuali

— pressoché insuperato e non raggiunto da molti.

Durante le feste dell’incoronazione di Re Edoardo a

Londra, fu incaricato di scrivere sul

Times,

a nome di tutti

i corrispondenti stranieri convenuti a Londra, due colonne

d’impressioni; segno della stima in cui era tenuta la sua

opera giornalistica. A Parigi godette deU’amidzia di molti

scrittori e letterati del tempo e mandò per anni ed anni

quotidianamente ai giornali italiani colonne e colonne di

un notiziario scelto, brillantissimo, vivacissimo.

Si spense improvvisamente in una notte di gennaio del

1920 nella sua casa di Torino lasciando un grande generale ■

compianto di cui si resero interpreti i giornali tutti d'Italia

con commosse biografie.