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C O N G R E S SO S T O R IC O D E L R I S O R G IM E N T O I T A L I A N O

«La Città di Torino, allo scopo di realizzare

questo vasto progetto, ha già speso e preventivato

la spesa di una somma di quattro milioni per la

sistemazione a nuovo della Mole Antonelliana ed ha

stanziato nel bilancio preventivo del 1935 un fondo

di L. 400.000 per l ’inizio entro l’anno prossimo dei

lavori della nuova costruzione a cui ho prima accen­

nato.

«Torino dimostra in tal modo l ’amore che essa

porta al suo Museo e la ferma volontà di realizzarne

nel più breve tempo possibile il riordinamento in

modo degno della magnifica tradizione storica della

città e del posto che le compete nel gran quadro

della storia del Risorgimento Italiano.

«Ma nella concezione della Podesteria torinese

il riordinamento del Museo Nazionale del Risorgi­

mento non dovrebbe essere fine a se stesso, nè

dovrebbe disgiungersi dal progetto di dar vita ad

un itinerario storico torinese che si prefiggerebbe lo

scopo di mettere in valore ed in evidenza tutti

quei luoghi e quei cimeli sparsi per Torino e che

fanno di questa città per se stessa un Museo del

Risorgimento italiano.

«Torino che il Duce ha chiamata “ Città cara

al cuore degli italiani non immemori „ racchiude

infatti nella sua cinta ed ha nei suoi dintorni un

complesso di edifìci e di luoghi che suscitano le me­

morie più gloriose della rinascita italiana sotto l’egida

della Casa Sabauda. Essi sono certamente degni di

essere conosciuti da tutti gli italiani e sono tali da

destare in questi quel senso di commozione che ogni

cosa consacrata alla nostra storia non può a meno

di ravvivare nell’animo di chi non è insensibile al

richiamo del sentimento di Patria.

«Tali luoghi e ricordi, oltre che ad una perma­

nente ragione di visita degli italiani a Torino, dovreb­

bero costituire un motivo in determinate epoche del­

l’anno a veri pellegrinaggi nazionali nella nostra

Città. In tali occasioni i visitatori potrebbero seguire

un preordinato itinerario storico, che comprende­

rebbe anzitutto:

«I documenti della romanità di Torino, come le

Torri Palatine in corso di restauro, che testimo­

niano le origini militari di Torino, creata da Giulio

Cesare per porvi i suoi quartieri invernali durante

le guerre di Gallia, e che ha mantenuto nei secoli la

funzione militare attribuitale dal fondatore della

grandezza di Roma.

«I documenti della fede Sabauda nei Castelli di

Moncalieri, di Stupinigi, di Rivoli e della Venaria,

nonché del Palazzo Reale di Torino, colle tombe dei

Savoia alla Sagra di S. Michele e a Superga.

«I documenti infine dell’attività di Torino nel

periodo costruttivo dell’Unità d’Italia, col Parla­

mento Subalpino, col Palazzo Madama, col Palazzo

Carignano e la' camera ove nacque Vittorio Ema­

nuele II, col Palazzo di Cavour e le memorie Cavou-

riane, colla stanza di lavoro di Cavour al Ministero

degli Interni, con altre numerose memorie sempre

vive che testimoniano di quegli anni eroici per l ’Italia

e per la nostra Città.

«Da questo itinerario il visitatore potrebbe trarre

una visione complessiva di quanto offre Torino a

complemento del Museo Nazionale del Risorgimento,

facendo rivivere sul sito episodi e fatti radicati ne

sentimento affettuoso di quegli italiani che non sono

ignari della Storia nostra e della parte che Torino

ebbe nella formazione di essa.

«Eccellenze, Signore e Signori,

«Tale è la visione e il progetto che ho già avuto

l’onore di esporre a S. E. il Conte De Vecchi di Val

Cismon ottenendone l’approvazione. Esso è in corso

di attuazione per consacrare i più gloriosi ricordi e

cimeli del Risorgimento a mezzo del Museo Nazionale

e dell’itinerario storico torinese. In ciò non deve rav­

visarsi un atto di immodestia cittadina, ma bensì

una doverosa realizzazione perfettamente consona

a quegli intenti che il Fascismo si è proposto nel

valorizzare le più gloriose memorie e tradizioni ita­

liane a mònito e incitamento perchè gli italiani di

Mussolini abbiano ad operare ed attuare grandi cose

a maggior gloria d'Italia».

In terra Sarda al Congresso Storico

del Risorgimento Italiano

L

’avvenimento — tale lo si deve definire — è

forse passato tra le frettolose cronache dei fogli

quotidiani come una manifestazione periodica, nor­

male, seppur solenne. L ’universale delle persone che

non ebbero la fortuna di parteciparvi, non poterono

pertanto rendersi conto della bellezza spirituale e

dell’importanza, davvero storica, del nostro Con­

gresso.

L ’isola fasciata di silenzio, con le sue memorie

gloriose, recenti ed antiche, i suoi costumi pittoreschi,

ci accolse come la sede più degna per

questo

Con­

vegno, che, inaugurato

e

chioso

alla presenza di Sua

Altezza Reale il Principe di Piemonte,

assunse, per

certi aspetti, il carattere di

tm

rito

religioso: la

riconsacrazione di un giuramento

dalla terra dei

fedelissimi.