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C O N G R E S S O S T O R IC O D E L R IS O R G IM E N T O I T A L I A N O

L ’evento della venuta di Sua Altezza nell'isola,

ha così contribuito a rendere più solenni i lavori del

Congresso, che parvero come inquadrati in una cor­

nice di alta commozione patriottica, di profonda

fede nei destini d’Italia.

L ’arrivo dei Congressisti a Cagliari, avviene un’ora

prima della venuta di Sua Altezza: la bellissima

Città è tutta un tricolore: ovunque scritte inneg­

gianti ad Umberto di Savoia. Poi il tripudio: a nulla

di simile mi fu dato mai di assistere; tutta la Sar­

degna era a Cagliari, intorno al Figlio del suo Re,

unita in un solo travolgente grido di fede.

In questo clima si inaugura il Congresso; nel

meraviglioso Palazzo Municipale di Cagliari, in

un’adunanza solenne, dove, alla presenza dell’Augusto

Principe, Sua Eccellenza il Conte Cesare Maria

I)e Vecchi di Val Cismon, Presidente della Società

della Storia del Risorgimento, ideatore della grande

adunata, spiega il significato e le finalità dell’ini­

ziativa.

La platea e le gallerie della grande aula, sono

rigurgitanti di personalità d ’ogni specie, convenute

dalle diverse regioni d'Italia.

La parola del Quadrumviro è, come sempre,

aperta e vibrante di fede; seguono S. E. Ercole,

il Podestà e il Segretario Federale di Cagliari. Ma

già le urla della folla, assiepatasi davanti al Palazzo,

giungono nell'aula e reclamano a gran voce il Prin­

cipe: l’entusiasmo e la commozione più viva sono,

diremo così, il crisma che ha santificato questa genia­

lissima adunata della Società del Risorgimento.

Nel pomeriggio, diretti da Sua Eccellenza De

Vecchi, hanno inizio i lavori, nell’aula magna del-

l’Università, poggiata sull’alto del Colle che dal Cam­

pidano spazia sul mare, e assistiamo, con vivissimo

interesse, ad una completa disquisizione sugli Archivi

di Stato e sugli Archivi privati a cui partecipano,

fra gli altri, oltre i relatori, S. E. Fedele e il Senatore

Salata, anche S. E. Volpe, accademico d’Italia e

dove ci èconcesso udire osservazioni,sempreopportune

e acutissime, del nostro impareggiabile Presidente.

E qui mi sia concesso riassumere i nomi dei più

degni dei nostri, poiché lo spazio non mi consente

di enumerarli tutti; oltre sessanta comunicazioni

vennero fatte al Congresso...

In

primis,

il nostro Illustre Podestà, Senatore

Conte Paolo Thaon di Revel, il quale, dopo avere

portato, con la consueta signorilità, alTAssemblea, il

saluto di Torino alla Sardegna «legata da tanti

tradizionali ricordi e affetti con il nostro Piemonte

e colla mia Città •>, espose quanto aveva fatto per

il Museo del Risorgimento Nazionale a Torino.

Dopo la significativa e applaudita comunica­

zione del Podestà di Torino, la Prof.ssa Borsarelli,

il Comm. Prof. Adolfo Colombo, nostro benemerito

Direttore del Museo del Risorgimento, l’On. Avvo­

cato Bardanzellu, l’Avv. Vossu, il Senatore Cian, il

Conte Avv. Toesca di Castellazzo, il Conte Prunas

Tola, in brillanti comunicazioni, con riferimento alla

Sardegna, tennero desta l'attenzione dei Congres­

sisti, sempre numerosi alle adunanze.

Attraverso all’ isola silenziosa, seguendo una ma­

gnifica strada, che la percorre per intero, opera ro­

mana del Regime, da Mussolinia, mirabile oasi di

redenzione, ad Oristano, a Macomer, alla titanica

diga del Tirso, sino a Sassari, dove giungemmo la

sera, assistemmo ad un continuo sventolio di trico­

lori; era passata l’aquila Sabauda. Il secondo centro

della Sardegna, circondato da dolci declivi lussureg­

gianti di pampini verdi e di campi ubertosi, ci accolse,

così, ancora fremente di passione patriottica, illu­

minata da infinite luci. Sua Altezza aveva voluto

degnarsi di assistere alla seduta di chiusura.

Ricordo del Congresso in Sassari l'aula magna

dell'Università, gremita sino all’inverosimile; ricordo

la smagliante relazione del nostro Magnifico Rettore

Prof. Pivano; l’appassionata comunicazione dell’elo­

quente amico On. Bardanzellu; l’elegiaca rievoca­

zione del Segretario Federale di Cagliari; l’applauso

incontenibile dell’immenso pubblico davanti al sor­

riso del Principe.

Poi ancora il saluto e il grazie al nostro illustre

Presidente e il rito di Caprera nel giorno successivo.

Il Congresso della Società della Storia del Risor­

gimento non poteva chiudere più degnamente i suoi

lavori,che salutando romanamente l’Erede del Trono,

alba del nuovo Impero, e raccogliendoci in silenzio,

davanti al sepolcreto del Grande Nizzardo.

Nella notte, dal Tirreno nostro, contemplavo la

Sardegna, ancora piena la mente delle rievocazioni

vissute: mille lumi da Terranova parevano salutarci,

mentre la nave solcava le onde; ed erano come i

palpiti di mille anime gloriose: Isola bella, Isola

degli Eroi, mormorai commosso, umili soldati della

grande Brigata Sassari: prodi, generosi, ospitali iso­

lani, legati indissolubilmente alla grande Madre, per

la vita e per la morte, con la Croce di legno o con la

Croce dei Savoia!

GIULIO COLOMBINI

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