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E a Torino meno che altrove. Chè a Torino la stampa

periodica aveva già due secoli di vita, e ve ra una

tradizione giornalistica, tenace e gloriosa, che non

si era spenta mai, e aveva alimentato anime e idee,

trasmettendosi ininterrottamente dall’una all'altra

generazione.

E a Torino, quando il fermento delle nuove idee

e di una nuova civiltà si propagò d ’oltre monti, e la

Società Filopatria, della quale fu anima il conte

Prospero Balbo, si propose fra l’altro di far conoscere

il pensiero e le opere degli stranieri, era vissuta dal

1787 al 1793 la

Biblioteca Oltramontana,

che non fu

tra i primi giornali letterari italiani, nè il solo in

Torino, ma fu indubbiamente fra i più seri e fra i

più degni.

E a Torino finalmente, col trionfo della rivoluzione

francese e delle armi napoleoniche, erano sorti buon

numero di giornali scritti in italiano e in francese,

a propugnare i diritti dell’uomo, l ’amore della libertà,

e, pur troppo, gli interessi e le fortune della Francia.

Nè quando la restaurazione trionfante cancellò

ogni traccia delle passate vicende, e quella

Gazzetta

Torinese,

ch’era fida ta dal

Journal ies Alpes,

ri­

prese col 2 agosto 1814 il titolo di

Gazzetta Piemon­

tese

e fu posta, come giornale di governo, sotto

l’occhiuta vigilanza del Ministero degli Esteri, nep­

pure allora sparve del tutto in Piemonte quello spi­

rito di civile iniziativa e di dignitosa indipendenza

morale, per cui all’assolutismo e all’arbitrio non tutti,

come dicevo, si erano supinamente piegati.

* * *

Così, se

L'Amico d'Italia,

sotto la direzione del

marchese Cesare D’Azeglio, tentò dal 1822 al 1829

di neutralizzare lo spirito dell’enciclopedismo e, con

la collaborazione del Rosmini, del conte Xapione e

di altri, di sostenere la difesa del principio di autorità,

del legittimismo e della monarchia assoluta; e una

serie di periodici e di giornaletti di letteratura, di

mode e varietà, di cui non vai la pena di ricordare

nemmeno il nome, non riuscivano, nella loro vanità

impotente, a ottenere una parte sola del credito di

quell’.-!

nuotatore Piemontese

dell’ab. Ponza, che se la

prese persino col Grossi e col Manzoni, levando a

rumore tutto il drappello dei romantici lombardi;

già dal 16 marzo 1821

La Sentinella Subalpina,

sorta

come l’eco dei moti famosi, dichiarava che il suo scopo

era di «far conoscere i diritti e i doveri di ciascun

cittadino, ispirare un amore per la nostra adorata

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CIORNALE POLITICO, AMMINISTRATIVO E LETTERARIO.

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