

P A N O R A M A
N
el numero di novembre dello scorso anno questa
Rassegna presentò il «Panorama Musicale »per
l ’anno 1934. Il programma in esso prospettato venne
ampiamente svolto. Tutte le promesse furono lar
gamente mantenute e le diverse istituzioni, conser
vando ciascuna indipendente la propria caratteristica
culturale, si affratellarono nella missione di tener
alte le gloriose tradizioni musicali torinesi e nel com
pito di elevare il gusto della popolazione, ormai
quasi interamente conquistata all’opera, come suc
cede per i pubblici di tutti i paesi, ma meno attratta
dalle forme sinfoniche e più scarsamente ancora da
quelle da camera.
L’osservazione annotata nello scritto dello scorso
anno, e ripetuta a proposito del canottaggio fluviale,
che cioè, sotto l’apparenza di un grande affollamento,
è sempre un migliaio e poco più di persone (un sei-
centesimo della nostra cittadinanza) che costituisce
i quadri degli assidui amatori, si potrebbe ripetere
amche quest’anno.
In parte è effetto di una certa inerzia ad esplorare
nuove zone di conoscenza musicale le quali, agli
impazienti di immediate e facili sensazioni intellet
tuali, possono a tutta prima apparire di arduo accesso.
In parte la causa si deve pure ricercare nella non
completa conoscenza delle risorse musicali che offre
la nostra città.
Mi è accaduto, all’inizio del presente anno, di
imbattermi in un amico fiorentino, da alcuni mesi
stabilito nella nostra città. Egli, ancor sotto l’im
pressione delle attività musicali di Firenze, le quali
sono certo nobilissime al pari delle nostre, ma poten
ziate da una qualche sapiente pubblicità, si doleva
delle scarse manifestazioni musicali di Torino. A
completare la mia pronta confutazione verbale, gli
inviai il numero della Rassegna «
Torino
» in cui era
pubblicato il mio «Panorama Musicale », ed egli
onestamente si ricredette e per l’anno artistico che
ora ha inizio ha già preso tutte le disposizioni neces
sarie per fruire del buon raccolto.
E vediamo, adunque, che cosa ci offre la nostra
Città per l’anno musicale 1935.
I l G * U . M . ( G r a p p o U n i v e r s i t a r i o N u l c a l e )
Quest’anno gli diamo il passo di precedenza sulla
consorella «Pro Coltura », sia per un atto di giustizia
distributiva, sia per il fatto che il programma di
esso è pervenuto, in decoroso opuscolo, per primo.
M U S I C A L E
L ’elencazione ha inizio con due saggi di moder
nismo; ma per fortuna non di quel modernismo a
tutti i costi che lascia dietro di sè più delusione che
ammirazione. Poiché i «Comedian Harmonists »
(cinque voci ed un pianoforte) sono gli inimitabili
esecutori di un repertorio vastissimo di musiche
scritte per i più celebri «films » sonori. Specializzati
nel canto popolare tedesco, hanno però in programma
anche i grandi nomi di Mozart, Strauss e Dvoràk.
Nelle capitali ove si sono presentati sono divenuti,
di colpo, i beniamini del pubblico.
Altro concerto di eccezione sarà quello fornito
dal contralto Maria Anderson, negra del Nord Ame
rica, di Filadelfia. Ella è perciò innesto sulla vergine
emotività della razza nera dei raffinamenti peda
gogici della scuola del bel canto, che pure nel Nuovo
Continente crea dei magnifici allievi, specialmente
per l’opera dei maestri italiani. Dove ha già cantato,
è apparsa come la rivelazione di uno dei più commo
venti ed impressionanti talenti vocali che si possano
incontrare, e pare incredibile che da una giovane
donna così delicata possa sprigionarsi tanta passione
e tanta nobiltà. Con quella dei suoi conterranei, ella
ci farà pure conoscere l’interpretazione di Mozart e
di Verdi.
Gaspar Cassadò, grande violoncellista, ed il più
celebre allievo di Pablo Casals, darà un saggio del
suo stile, basato non su quel virtuosismo che Enrico
Heine definiva
musica pirotecnica,
ma sulla nobiltà
e profondità di interpretazione di Bach, di Sammar-
tini, di Beethoven. Con programma egualmente nobile
il violinista polacco Roman Totemberg interpreterà
Bach, Tartini, Haendel sul suo autentico Stradivario.
La valorizzazione del terzo principale strumento
da concerto è affidata al belga Marcel Maas, ormai
caro amico del pubblico torinese. Specialmente gra
dita agli amici della musica sarà la sua comparsa
perchè collegata alla esecuzione delle magnifiche
32 sonate per, pianoforte di Beethoven; la metà in
questa stagione del G. U. M., divise in quattro con
certi, riservando l’audizione delle sedici restanti per
il 1936.
Il
canto da camera per voce maschile sarà rap
presentato dal baritono Leo Barczinski, e la nobi
lissima forma del quartetto dal complesso che prende
il nome da Feri Roth, primo violino.
L’elencazione di tanti nomi stranieri non deve
far pensare ad una caparbia • esterofilia », per usare
di un’espressione cara al polemico Marinetti. Se fl
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