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FACOLTÀ E PROFESSORI NEI PRIMI SECOLI DELLO

"

STUDIO TOR INESE

.,

(ìesù, che vennero collocate nella chiesa dei Padri

Carmelitani. L ’anno 1739 tale studio si accrebbe di

lavoratori per eseguire i bassorilievi e le statue desti­

nate da S. M. ad ornamento del Palazzo Reale e,

specialmente, della galleria dipinta dal Beaumont.

Da quel momento lo Studio torinese aumentò

continuamente d ’importanza, assumendo quella ca­

ratteristica di serietà, di organizzazione precisa ed

impeccabile che gli furono e sono proprie e che con­

tribuirono vieppiù ad attrarre da ogni parte della

penisola falangi di studenti.

Nel 1 7 5 5 i professori sono 23 divisi nelle cinque

Facoltà di: teologia, leggi, medicina, chirurgia, arti.

È illustrazione della prima il Padre Agnesi, pre­

side di Facoltà, come si diceva allora « Capo di con­

ferenza ». Insegnava sacra scrittura e lettere ebraiche,

il tutto per 1250 lire annue. Al Padre Gerdil, valen­

tissimo « moralista » toccava uno stipendio di 1500

lire ed era il titolare della cattedra di filosofìa morale.

Un alto stipendio era destinato al civilista Gastaldi,

valentissimo giureconsulto il cui insegnamento era

compensato con 2275 lire annue; ma gli onorari più

alti toccavano al dott. Carburi che arrivava a 3405

lire, con l’obbligo di dirigere l’Ospedale. Valentissimo

era reputato il Donati, botanista, la cui opera era

compensata con 3000 lire, mentre nella facoltà del-

l’arti, ove finalmente si vedono delle cattedre di elo­

quenza latina, italiana e greca, il Bartoli, che inse­

gnava quest'ultima materia, era compensato con uno

stipendio di 2000 lire ed il latinista Chionio, celeber­

rimo a quei tempi, con 1500 lire.

Onorari non lauti di certo, che permettevano

appena una dignitosa vita, ma che non influirono

mai sull’andamento degli studi perchè i professori,

a qualunque Facoltà appartenessero, da qualunque

regione italiana fossero venuti, anteposero ognora al

vantaggio proprio l’amore per il sapere, la dedizione

al dovere, il culto della scienza — cosa che tuttora

accade — che costituirono il pregio di uno Studio

celebre nei secoli tanto per le somme qualità insite

nei docenti, quanto per il numero degli studenti e le

caratteristiche organizzative ed amministrative che

ne furono il pregio in ogni tempo e con qualunque

fortuna.

ANGIOLO BIANCOTTI