

LA MOSTRA STORICA DI COSTANTINO NIGRA
inatici che il Piemonte vantò nel triennio glorioso
tra il '59 ed il ’6i e l’Italia, elevata a dignità di na
zione, ebbe negli altri lustri successivi, fu un astro
di prima grandezza. Del Cavour fu non solo colla
boratore intelligente e fido nei momenti più decisivi
ma il consigliere sagace ed accorto, l’interprete fe
dele ed acuto del suo pensiero. L’epistolario del
Xigra rivela la vivacità del suo ingegno, l’instanca
bile operosità, il rapido e felice intuito delle situa
zioni più aggrovigliate. Non è il semplice funzionario
che esplica con zelo il suo compito, disbriga con
intelligenza le pratiche, ma l’uomo scaldato dalla
passione patria, acceso dai più alti ideali, il vigile
custode dei diritti d’Italia, lo statista che sviscera
in tutti i loro aspetti i problemi più ardui, il diplo
matico che sfrutta all’estero tutte le occasioni per
esaltare il suo paese, tutelarne la dignità, rivendi
carne le grandi e gloriose tradizioni.
Nella Mostra emerge in proposito uno splendido
documento, ignorato, che mette in grande rilievo la
nobiltà della propaganda italiana all’estero del Nigra.
K un discorso che egli tenne, nel 1874, a Vaichiusa
come deputato della Commissione italiana per i
festeggiamenti petrarcheschi. Sentiamolo, chè ne vai
la pena:
«Noi. al di là delle Alpi, fummo elevati nella dura
scuola della sventura; per molti setoli abbiamo sofferto
ni maniera di vituperi, ogni specie di disgrazie, abbiamo
sofferto la schiavitù, la spartizione del patrio suolo, le
discordie intestine, l’occupazione straniera, la mancanza
della patria e tutta quella fila di patimenti, ai quali sono
predestinati i popoli oppressi e discordi. Il fatto che in
questi ultimi anni l’Italia diede molti saggi della sua sa-