

La Mo s t r a de gli Ami c i de l l ' Ar l e a To r i no
E
ancora vivo in noi il
ricordo dell’Esposizione
degli Amici dell’Arte che già
si riapre quella della Pro
motrice di Belle Arti. Prima
di parlare di quest'ultima
vorremmo accennare, per
simpatia, con una breve
nota a quella passata.
Finalmente — e non
siamo noi i soli a dirlo —
gli Amici dell’Arte han ri
trovato la loro strada, han
fatto la loro Esposizione —
inconfondibile con le altre,
— si sono creati il loro am
biente. L ’opera che rimane
nello studio come lo schizzo,
il bozzetto, l'illustrazione,
pure essendo la più intima
mente suggestiva, non aveva il suo campo di espli
cazione e rimaneva chiusa nelle cartelle. Pure il
quadro e la statua, che hanno funzione di decorazione
d’ambiente, nelle passate mostre si trovavano alli
neati con altri quadri e sculture, danneggiati dal nu
mero e dalle vicinanze urtanti, lì, invece, nelle salette
ordinate dall'Architetto Sot-Sas e dal pittore Dea
bate, erano collocati al loro giusto posto. Così ab
biamo trovato un nudo di Menzio, ben inquadrato,
solo su una parete, color grigio, di un salotto da
toeletta per signora — disegnato dall’Arch. Aloisio
— acquistare un’importanza e un valore che certa
mente non dimostravano di avere i tre quadri
dello stesso autore, nella saletta superiore, dan
neggiati dalla vicinanza di un robusto paesaggio
di Yalinotti — una delle
buone opere della mostra
— anche se la sua natura
morta era migliore del nudo.
Così pure ci hanno guada
gnato il ritratto di Da Mi
lano, il paese di mare di
Deabate, il quadro di Va-
linotti e le opere di Qua
glino, Terzuolo, Buratti,
Zuccone e Terracini. Questa
Sezione dell'Arte Decorativa
— alleanza cordiale tra ar
tigiano e artista — ha avuto
un carattere di serietà e di
signorilità che ha convinto
anche gli anti-razionalisti.
E questo merito va dato
agli architetti Aloisio, Men-
carelli, Mosso, Sot-Sas, Co
rnetti e altri, ed agli artigiani Torretta, Beccaris,
Bisacco, Boschi, Curti, Bogetto creatori degli am
bienti.
Altra attrattiva era la mostra dei paesisti pie
montesi dell’800 ordinata dai pittori Valinotti e
Da Milano che ha servito a collocare nella loro vera
luce un numero di artisti che alla fine del secolo
scorso andavano per la maggiore, e portare alla
ribalta altri quasi sconosciuti. Si è visto così un
Thavemier a retrocedere ed un Reycend ad avanzare.
Si è visto pure un Pittara ricco di possibilità in un
campo ignorato ed il suo quadretto «In Riva alla
Senna » portare, con un «Paese » del Delleani, la
palma della pittura ottocentista. Quadrone e Pasini
non hanno certamente guadagnato nel confronto e
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