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IL RINNOVO DI UNA FERROVIA

IL R I N N O V O DI UNA F E R R O V I A

S

operga, il colle classico dei torinesi, anche quando

il turismo (brutta parola, che conserviamo uni­

camente per comodità) non aveva ancora assunto lo

sviluppo dei nostri giorni, fu sempre dichiarata

— come lo sarà in avvenire — la più meravigliosa

vedetta, da cui si possa abbracciare un panorama

spettacoloso di primissimo ordine: e di vero essa

formava fin d ’allora e forma tuttora la gita obbliga­

toria dei forestieri di passaggio per la nostra città.

La sua modesta altezza permette un rapido co­

modo accesso colla funicolare, e la peculiare posizione

topografica assicura una costante frescura conforta-

trice negli ardori estivi, senza tuttavia la molestia

dei venti impetuosi di certe stazioni più elevate.

Lo studioso della natura può far campo delle sue

ricerche botaniche e zoologiche nelle valli circostanti,

mentre il geologo trova oggetti di studio sui dedivi,

interrogando quegli strati e quelle roccie, in cui è

scritta la storia molto interessante del sistema colli­

noso di Torino.

Di là lo sguardo spazia dalTAppennino setten­

trionale alle Alpi Pennine ed oltre: nel settore delle

A lp i

occidentali vi spiccano alcune tipiche sommità

quali Argenterà, Monviso, Albergian, Ambin, Roc-

ciamelone, Croce Rossa, Bessanese, Ciamarella, Le-

vanna, Gran Paradiso. Monte Rosa, ecc.

Di rimpetto si apre l’imponente Comba di Susa

fiancheggiata dal Musine e dalla Sagra di San Michele,

testimone di tante avventure storiche nel corso dei

secoli — a nord-est si intuisce la pianura Lombarda,

più vicino si stendono le fertili terre del Monferrato,

in una sequela d ’ondulazioni più o men pronunciate;

poi le Langhe che salgono verso l’Appennino, da cui

lo sguardo trasse le mosse: a piè del colle la piana

del Po fra il sistema collinoso ed i primi contrafforti

delle Alpi.

L ’accesso però a sì perspicuo colle rimase fino

al 1884 abbandonato ai mezzi individuali dei visi­

tatori, quando non si rinunciava ancora — perchè

non c ’era altro scampo — alla virtù locomotrice

delle proprie gambe, partendo pedestri da Torino

per la Basilica coll’assicurata prospettiva del relativo

ritorno collo stesso metodo, memori automaticamente

dell’antico adagio:

etiam pedetentim progredieris

longius!

Tu tt’al più qualche più progredito turista

(allora i turisti si chiamavan semplicemente gitanti,

anzi pedoni) si valeva d ’un servizio privato embrio­

nale di barca a remi che, partendo dalla riva del

famigerato « Moschino » (press’a poco immediata­

mente a valle della diga di stramazzo nel Po) portava

per pochi soldi alla borgata della «Madonna del

Pilone >; e qui i più raffinati potevano

anche requisire