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IL RINNOVO DI UNA FERROV IA

Ma qui il cronista deve far punto perchè il suc­

cessivo svolgersi dell’impresa e le considerazioni di

indole tecnico-finanziaria esulano dalle sue com­

petenze.

Il 1884 venne funestato da una calamità nazionale,

che ebbe una notevole ripercussione negativa sul

concorso dei visitatori dell’Esposizione e quindi sui

risultati del movimento viaggiatori sulla funicolare:

l’epidemia colerica, che infierì in molta parte d ’Italia

e che anche nel Piemonte ebbe una fase fortissima

nel Cuneese, dove Re Umberto con quintana energia

interveniva a sollievo del morale e dei dolori di quelle

popolazioni tanto provate. Quella sciagura tenne lon­

tano dalla nostra città tanta massa di forestieri, che

certamente sarebbe accorsa ad ammirare la potenzia­

lità italiana in tutte le sue manifestazioni: solo in

settembre, colla scomparsa del flagello e grazie anche

ai provvedimenti profilattici messi in efficienza dal­

l’illustre dottor Candido Ramello, capo dei servizi

d’igiene del Municipio di Torino, il pubblico si sentì

completamente rassicurato sulle condizioni ormai

perfettamente normali della salute del paese, ed

allora fu un accorrere dei visitatori e furono giornate

di trionfo per la Grande Mostra; ed anche la funicolare

potè trasportare alle meraviglie della veduta pano­

ramica di Soperga centinaia di viaggiatori.

A distanza di 50 anni piace ricordare l’opera fe­

conda d’insegnamenti di quella Esposizione e di

raffrontare i meravigliosi progressi attuali coi gene­

rosi sforzi e studi di chi aveva dato il suo convinto

entusiasmo al trionfo d’un’idea: ai progressi attuali

il cronista, ammirando, s’inchina, ma esprime il voto

che dei pionieri del progresso si assicuri la memoria

in modo degno delle loro benemerenze.

Ebbene non sarà permesso allo scrivente di for­

mulare il desiderio che — come venne eretta a monu­

mento storico la prima locomotiva a vapore dello

Stephenson — così si conservi come monumento

di museo anche un esemplare del « locomotore

Agudio »?

L ’ineluttabile tramonto di questa ferrovia non si

tradurrà così nel melanconico seppellimento d ’una

bella conquista, ma sarà un permanente omaggio

a chi, se anche superato, affermerà nel tempo l’im­

manenza del Genio italico nella muta eloquenza di

un’idea meccanica:

si

abierunl

hinc in communem

locum

Magistri

nostri,

ctiam absentes proderunt

hic

pratsentibus!

Dott. ENRICO MUSSA