

I L RINNOVO D I UNA FERROVIA
Agudio, sempre vigilante, tornò alla carica nel
1882 con nuove proposte finanziarie, che però il
Comune non potè accettare perchè troppo onerose
per il bilancio cittadino.
La Società della ferrovia Fell del Cenisio il 5 gen
naio 1883 proponeva una ferrovia a cremagliera con
andamento tortuoso: la stazione inferiore sarebbe
stata press’a poco come l’attuale, quella superiore
presso i Tetti Giovannini: curve di raggio 50-80 m.;
scartamento m. 1,10; lunghezza totale 4270 m.;
pendenza quasi costante del 0,10 per metro; velo
cità 20 chilometri in salita; assicurato anche il ser
vizio merci: doveva rannodarsi colla progettata
Piovà-Casale, e si prevedeva di prolungarla fino al
canale Michelotti. Questo progetto venne scartato,
ed a ragione.
Invece il Consiglio comunale in seduta 17 gennaio
1883 accordava all’ingegnere Agudio un mese di
tempo per presentare proposte definitive concrete
con garanzie non tanto tecniche su cui non esistevano
dubbi, quanto su quelle amministrative in rapporto
colla legge dell’omnibus ferroviario 29 luglio 1879
per le costruzioni di nuove strade ferrate, la quale
includeva appunto, fra quelle di 4» categoria, la
funicolare di Soperga sulla considerazione che si
trattava di mettere in esercizio continuo un «sistema
italiano » da cui si speravano risultati soddisfacenti
per linee di gran traffico, ma esigeva anche cautele
speciali a tutela degli enti morali interessati. Occor
reva pertanto la garanzia in primo luogo d ’una
società finanziaria che assumesse l’esercizio per man
dato degli enti locali. Questa società potè finalmente
costituirsi, anche per le sollecitudini morali del Con
siglio comunale e specialmente del senatore profes
sore Giacinto Pacchiotti, l’illustre chirurgo di Torino
e di altri consiglieri: di tale risolutiva costituzione
in seduta 31 gennaio 1883 il senatore Di Sambuy
dava comunicazione al Consiglio.
L ’Amministrazione civica poteva dunque, per
fettamente istruita la pratica di questo impianto,
addivenire ad una deliberazione e difatti nella seduta
del 16 febbraio 1883 si approvava la desiderata
ferrovia funicolare di Soperga.
Ecco in succinto alcuni dati che possono avere un
certo interesse:
Concono del Municipio: L. 330.000 • Sovvenzione del
Governo:
L. 900.000.
Stasarne inferiore: S
omé
(a m. aaa,31 «. a .).
Sta«ione superiore: Soperga (a m. 641 1 m.).
Pendenze: in qualche punto poco più del 20%, media
13.50%. minima 7%.
Curve: raggio minimo 300 m.
Sviluppo della linea: m. 3132.
Gallerie alle progressive: 783 (di 67 m.) e 1799 (di 61 m.),
larghe m. 4,50.
Nessun passaggio a livello, salvo uno alla stazione superiore
per il solo accesso di pedoni al ristorante, ottenuto
mediante pedana mobile a ribalta.
Sovrapassaggi sulla strada: due alle progressive 1162 e 1451.
Sede stradale: larghezza m. 4,20.
Armamento: a scartamento normale - Dentiera a nastro
di acciaio pieghettato a forma d’una U, grossa mm. 12,
alta mm. n o , provvista dalle officine di Savigliano per
1600 metri, essendosi per il resto utilizzato materiale
di ricupero dalla demolizione dell’impianto alle <Ra-
masses » che cessò coll’apertura del traffico regolare
del traforo del Fréjus - Rotelle di sostegno della fune
ascendente, con gola protetta da canape - Grandi pu-
leggie della fune di metri 2,10.
Fune: velocitò normale metri 12 al secondo, e 4,50 volte
maggiore di quella del treno; diametro di 23 millim.,
capace di resistere ad uno sforzo di trazione di 135
Chilog. per millim. quadr.: venne però assoggettata solo
ad uno sforzo di 15 a 25 Chilog. per millim. quadr.
Castelletti per le puleggie di ritomo, di cento in cento metri,
alti m. 4,50.
Gran volante tenditore della fune alla stazione inferiore
della linea, ed altro volante per il ritorno della fune,
senza tenditore, alla stazione superiore.
Gran volante alla stazione di Sassi: 6 metri di diametro.
Caldaie: tipo Comovaglia, pressione massima di 6 atmosfere
e normale di lavoro di 4.
Motrici: due, accoppiate, tipo Sulzer ad espansione varia
bile, di complessivi 500 HP; diam. dei cilindri m. 0,575,
corsa dello stantuffo 1,20 - Volante delle motrici di
6 metri di diametro.
Deliberata la ferrovia urgeva eseguirla in tempo
per l’Esposizione del 1884, ed allora si misero in
atto tutte le sollecitudini dell'Amministrazione civica
per ottenere dal Governo Centrale le ulteriori sanzioni.
Mirabile fu l ’accordo e l’interessamento di tutti: i
deputati di Torino E. Pasquali e Benedetto Brin, si
recarono appositamente dal Ministro dei Lavori pub
blici, il quale il 22 marzo trasmetteva le schede per
la convenzione di concessione trentennaria; il 27
marzo l ’on. Brin veniva
delegato
dal
Sindaco
a
rappresentare il Municipio nella stipulazione del
l’atto,
e
Brin da Roma, accettando
il mandato, tele
grafava al sindaco
Di Sambuy:
«Non
mi muovo,
sono completamente a
disposizione, mi comandi
pure »;
il 31
marzo
l’atto era stipulato ed il i®aprile
veniva firmato il relativo
R.
Decreto: — si era andati
a tutto vapore... la causa era veramente buona!
La
Gazzetta Ufficiale poi pubblicò O
R . D.
il