

LA MOLE ANTONELL IANA ED IL SUO ARCHITETTO
la «apaia di Saa Gaadaaala a Navara
Il Daziani, nel suo testamento, aveva posto a
condizione del lascito che fosse impiegato «nella
erezione d ’un artistico monumento per ricordare il
felice conseguimento dell’indipendenza italiana » da
lui, non a torto, giudicata « il più grande evento
storico » del tempo.
Il suo legato, investito in rendita pubblica, com
presi gli interessi ascendeva nel '95 a lire 330.000 che,
sei anni dopo, aumentavano a 430.000. Nell’aprile
1892 la Giunta Municipale, in previsione dello svolgi
mento dei lavori nel monumento antonelliano, «date
le amplissime facoltà di luogo, di modo e di tempo
lasciate dal Daziani »già aveva considerato «la pos
sibilità giuridica, l ’opportunità e la convenienza di
devolvere i fondi dell’eredità all’esecuzione della
parte decorativa e statuaria ».
Compiuto dunque il fabbricato, venuti all’orna
mentazione e alla sistemazione del Museo, la Giunta
stessa sottoponeva una conforme proposta al giu
dizio, tra l’altro, d ’una speciale Commissione legale,
che si trovò concorde nell'esprimere parere piena
mente favorevole. Nessuna obbiezione, del resto,
venne fatta nemmeno dai legittimi eredi Daziani.
Il 25 gennaio 1897 il Consiglio poteva così votare
« la definitiva destinazione di quel patrimonio ad
abbellire la maggior aula della Mole » che avrebbe
«per tal modo costituito il monumento atto a corri
spondere alla volontà del testatore ».
Indetto un concorso per il progetto di ornamen
tazione dell’aula, fu scelto nel 1904 il disegno pre
sentato dal torinese professor Annibaie Rigotti, cui
toccò anche la direzione dei lavori con l ’assistenza
dell’ing. Ernesto Ghiotti.
Come abbiamo detto, l ’aula non era ancor termi
nata nel 1906: lo fu qualche tempo dopo. In attesa
che i locali della Mole fossero allestiti, il Museo del
Risorgimento, eretto in Ente Morale Autonomo con
R. Decreto dell’8 dicembre 1901, posto sotto l ’alta
sorveglianza del Municipio e affidato per l ’ammini
strazione a un Consiglio direttivo presieduto allora
dal Sindaco, trovò provvisoria sede nell’edifìcio della
Sezione Belle Arti del Museo Civico.
Avevano concorso a formare il nucleo iniziale
della raccolta, oggi preziosa e ingente, moltissimi
autografi di illustri personalità, scelti tra il mate
riale che esisteva nella Biblioteca Comunale, reliquie
e carte varie eh'erano in deposito all’Archivio
dd
Municipio, nonché tutti gli oggetti — armi, trofei,
uniformi, quadri, stampe — che, all'Esposizione
Generale del 1884 in Torino, erano stati riuniti
nd
padiglione del Risorgimento a ricordare, per la prima
volta in Italia, la passione e il sacrificio di quanti
avevano contribuito a redimere la Patria.
CARLO