

LA XILOGRAF IA I TA L I ANA : ERCOLE DOGLIA N I
giunta tanta potenza di espressione, tanta sculto-
reità di forme come nelle ampie tavole del Dogliani.
Il forte artista torinese è essenzialmente un ri
trattista, che ha portato l ’incisione in legno al mas
simo di espressione in questo genere. I ritratti di
Cerotti, di Rovere, di Grandi, di Gemito, di Rescalli,
di Ratta, di Servolini, e specialmente il poderoso «Au
toritratto » hanno un risalto di masse veramente ec
cezionale, che meraviglia per tanta potenza di sintesi.
E queste opere, che balzano efficaci con poche e
ruvide sgorbiate — ed anche le scene figurate come
«A giornata finita », ricca di un senso di commossa
tragicità, come «L ’urlo dei millenni »e «Lo spasimo
della mummia »,che rispecchiano lo spasimo deU’animo
dell’artista — che hanno tutto il vigore e la sempli
cità di antichi «tagli », incidono nel tempo il nome
di Ercole Dogliani, il quale ha saputo veramente dire,
per la nuova xilografìa italiana, una parola tutta sua.
LUIGI SERVOLINI
N o la b ib lio g r a f i— .
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voce redatta da T.
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S
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