

cultori ed i documenti sicuri non abbondano.
Si sa però clic nel 1200 ed anche due secoli
di poi. con i suoi modestissimi 700 fuochi
pari a 3500 abitanti, la città stava sempre
chiusa nel cerchio delle mura romane. Sol
tanto col dominio dei Savoia. Torino incre
menta il proprio sviluppo edilizio, sia esten
dendo notevolmente il territorio urbano, sia
migliorando la qualità delle costruzioni.
Non si sa precisamente quando il vecchio
Cantone di S. Lucia
venne ad avere l'ultima
formazione, ma si sa con esattezza invece che
i suoi portici vennero costruiti verso il 1622
per ordine di Carlo Emanuele I (1).
Molto diverso era allora l'aspetto della
piazza: non esisteva ancora il Palazzo Chia-
blese. edificato sotto re Carlo III (1730): non
il Seminario, cominciato solo nel 1717 >ui di
segni del Juvara. Anche l'attuale Palazzo
Reale non era in quel tempo peranco proget
tato: nè la Cattedrale era ancora adorna del
l'imponente cupola della S. Sindone, che il
Guarini fece cominciare solo nel 1657.
\iceversa nella metà del 1400 coprivano
pressapoco l'area del demolito Colato verso
la Piazza, le case della prevostura del Duomo,
concesse in enfiteusi insieme coll'attiguo giar
dino a Nicolò Beccuti e ad Antonio di Rivara.
Era prevista la costruzione, sullo stesso
spazio di terreno, del Palazzo Arcivescovile,
avendo il Duca Carlo Emanuele nel 1583 pro-
me>so. comperando definitivamente la vecchia
sede vescovile (area sulla quale ora sorge il
Palazzo Reale) da Monsignor Della Rovere,
di farne fabbricare un altro dirimpetto al
Duomo. Tuttavia, dice il Baricco, « le circo
stanze non mai permisero che la promessa
fosse mandata ad effetto e gli arcivescovi abi
tarono in un palazzo preso a pigione sino
all anno 1777 quando Re Vittorio Amedeo IV
loro assegnava una parte della casa, nella
quale avevano loro sede i Preti della Missione
chiamati allora ad occupare il Convento dei
Gesuiti, soppressi di quei giorni da Papa
Clemente XIV ».
Sempre sulla stessa area od immediatamente
ai margini di essa si costruiva nell'ottobre del
1385 una tettoia per il gioco della pallamaglio,
cui >i divertiva, dice il Cibrario, « Amedeo VII,
detto il Conte Rosso, col suo
bel cugino
Amedeo,
principe di Acaia .
La tradizione dei portici a Torino è anti
chissima. risale nientemeno che al 1100. se
condo Caboto e Rossi: « molte case avevano
un portico, ma un portico basso e stretto
come se ne vedono ancora in tanti altri
luoghi deU'odierno Piemonte (2).
Colla corruzione dei portici decisa dal So
vrano gli edili del tempo vollero ornare e sta
bilire in modo definitivo la caratteristica della
piazza, non ancora adibita a pubblico mer
cato.
Era quello, del resto, il periodo in cui i
portici moderni e >pazio>i diventavano di gran
moda. Nel 1622 si costruì il porticato di Piazza
S. Giovanni, nel 1638 si apriva la Piazza San
Carlo cogli stupendi portici progettati dal
Conte Carlo di Ca>tellamonte, appena 40 anni
prima, nel 1586. lo stesso sovrano Carlo Ema
nuele I sui disegni di Ascanio \ ittozzi aveva
fatto costruire a proprie spese i portici che
circondano Piazza Castello: nel 1675 su prò-