

"etto di Amedeo di Castellamonte si apriva
via Po. interamente porticata.
Il
portico stato abbattuto col resto dell'iso
lato di Piazza S. Giovanni aveva un'appa
renza modesta, senza pretese, perfettamente
intonata col carattere della vecchia piazza,
raccolta e casalinga. Ma quel portico non fu
sempre così: esso era originariamente formato
da colonne accoppiate d’ordine toscano, sot
tili ed eleganti. I<e colonne, regalate da Carlo
Emanuele I, erano di marmo bianco, ma di
qualità che non seppe resistere alle ingiurie
del tempo, per cui dovettero essere surrogate
da massicci pilastri, molto meno estetici, ma
più sicuri per la stabilità dell'edificio.
Uguale cosa succedette per la Piazza San
Carlo, costruita nello stesso periodo. Anzi
l'identità del tipo architettonico delle colonne
e del materiale impiegato, con purtroppo
uguale negativo risultato, conferma che anche
il piccolo porticato di Piazza S. Giovanni è
stato ideato dal primo dei Castellamonte.
In questi ultimi decenni, abolito il tradi
zionale mercato degli ortaggi e del pollame,
la piazza aveva assunto quasi un carattere di
centro provinciale. Dice Baricco che « si radu
nano in questo luogo di buon mattino nella
stagione estiva i muratori privi di lavoro e chi
ha bisogno della opera loro sa dove trovarli ».
Ma di quanti avvenimenti non fu testimone,
dalle feste regali, alle solenni ostensioni della
S. Sindone, ai funerafi di Carlo Alberto?
Fino al 1855 « per antichissimo costume, la
cui origine si perde nell’oscurità del tempo, e
che era forse l ’unico esempio di cerimonia
pagana che si conservasse tra noi. la sera della
vigilia di S. Giovanni, in Piazza Castello si
usava bruciare con gran pompa il falò. Il rogo
composto di fascine ammonticchiate a pira
mide veniva innalzato davanti al Palazzo
Madama. Vi interveniva una deputazione del
corpo municipale; il Re e la reai Corte vi
assistevano dai balconi del palazzo reale. Il
Sindaco, per antica consuetudine, dava fuoco
alla catasta, e, mentre ardeva, le truppe della
guarnigione schierate sulla piazza la salutava
con una triplice scarica dei fucili. La notte
precedente i contadini dei paesi circonvicini,
che affluivano in città per godersi tale spet
tacolo e le altre feste patronali, bivaccavano
in Piazza S. Giovanni, ove chi non aveva la
fortuna di sostare sotto i portici del Castella
monte si costruiva baracche con arbusti od
altro. I
villici passavano parte
della
notte
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