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«la soave esultanza sorriderà più tardi con dolcezza

* rimpianto.

Quandt» poi viene l'autunno Matilde con un vaio

•tuolo di giovani compagne si reca spesso in gita nei

vicini vigneti. Lungo la l»ella strada maestra, fian­

cheggiata da pingui campagne, percorsa da carri ri­

colmi. tutto parla di prosperità e di benessere: le

vigne verdeggiano circondate da rossi cespi di rose

selvatiche, i prati si stendono molli ed odorosi, nei

viottoli i fiori campestri spuntano innumerevoli fra

l'erba. Matilde tornata fanciulla folleggia fra le

compagne inseguendo le farfalle, cogliendo fiori,

sino a tornare a ca*a la sera stanca, trafelata e fe­

lice.

L'inverno, alifuanto rigido nella cittadina, so­

spende le passeggiate e le gite: la vita gaia si rac­

coglie. allora, nelle sale dei palazzi ove Matilde si

reca a trovare le amiche. Mentre fuori la pioggia,

la neve e il vento imperversano, le fanciulle riunite

pressi» gli ampi camini, ricamano, leggimi», suonano

interrompendosi spessi» per chiacchierare e ridere

di tutti» e di nulla.

Anche ai ricevimenti, alle feste, ai balli parte­

cipa talora, ma senza febbrili impazienze: con la

grazia e con la letizia ingenue e raccolte che la ca­

ratterizzano. Le sue prime liete esperienze, i suoi

primi successi la riempiono di soddisfazione. Sui

balli, a dire il vero, lo zio non è pienamente tran­

quillo: egli li cimsidera vagamente come pieni di

ignoti pericoli e di nascoste lusinghe: e soltanto si

assicura quandi» Matilde al mattino si alza semplice

e serena, come sempre, riempiendo le vecchie stan­

ze di ingenue canzoni. Giacche Matilde non disper­

de fuori tutta la »ua allegria, ma riversa anche sul­

le cose che la circondano la letizia di cui è ricci» il

suo spirito. Ella ama la cameretta luminosa ove si

raccoglie talvolta fra i ricordi del collegio, i libri,

le lettere alle antiche compagne; la chiesa, ove, in­

tonati dallo zio. risuonano nelle funzioni della sera

i canti dei fedeli : le stanze terrene che precedono

la chiesa e che da tempi» immemorabile fungono da

sacrestia, quelle tranquille stanze |»ervase da un

profumo indistinto fatto di tutte le cose agresti e

semplici che circondano la casa: fatte anche un pi»’

dall'odore dell*incenso e dei fiori che viene dalla

chiesa vicina.

Sono tre grandi stanze ove Lena spinge di rado

le sue cure: alle pareti, dei vecchi quadri oscuri,

nttn tutti artistici forse, ma che hanno, tutti, in uno

sfondo raccolto, nell'atteggiamento di un vecchio

santo, negli i»cchi sereni di una vergine, qualche

cosa di m»bilc. di vero, attirano istintivamente

Ma-

tilde. l Tn crocifisso è appeso in un angolo, quasi al

buio, ma ncH'atteggiamcnto dolorante del

capi»

re­

clinato. è espresso. con ingenua potenza, tanto se­

reno dolore, che Matilde vi si sofferma dinanzi pen­

sierosa con un primo stupore negli occhi placidi.

Nei grandi cassettoni giace una quantità di

og­

getti sacri taluni finemente cesellati, di paramenti

belli in antim. ma guasti ora dal tempo c dal di-

n u o

. Speso» selle lunghe gioivate di primavera.

Matilde stanca di lavorare o di leggere giunge a ri­

fugiarsi in quelle vecchie stanze e frugarvi in ogni

dove, lieta sempre di nuove scoperte; ma anche là

dentro, dai finestrini posti in alto e chiudi, pene­

tra il colore e l’odore della primavera; .tornii di

uccelli passano e ripassano cinguettando, folli di

gioia, ed anche Matilde abbandona ben presto le

chiuse stanze e si dà a cantare attraverso la casa e

l'orto per dare sfogo alla gioia che riempie la sua

anima giovane e pura.

Lo zio...

(sente e sorride di /xilema soddisfa­

zione

)I egli che ha già fatto l'esperienza del dolore

e del sacrificio, lungi dall'inasprirsi di quella spen­

sieratezza. se ne sente ringiovanire lo spirito, ed

egli, che nulla ha chiesto per sè alla vita, sogna per

la nipote un avvenire splendente. E Matilde nel

suo...

sente per...

tutto il pregio di quella paterna affezione...

nei due cuori semplici e fedeli....

000

Matilde raggiunge così, lietamente, rapidamen­

te, il ventunesimo anno: la sua bellezza si è fatta

più conscia di sè e più rigogliosa; le forme gentili

sono a pieno sbocciate, gli occhi soavi brillano di

una nuova vivacità. Ma il suo volto conserva la

grazia trepida e infantile di un tempo: qualche cosa

di candido, di armonioso, è diffuso in tutta la sua

giovanile persona, nella sua fronte purissima, nel

suo sguardo sereno.

La sua vita è sempre la vita spensierata e lieta

divisa fra le gite, le feste, le occupazioni piacevoli

e leggere. I suoi sogni sono però meno ingenua-

mente rosei, di un tempo, talvolta una lieve inquie­

tudine. una vaga impazienza la turbano al pensiero

di quell'avvenire ignoto ancora, che ormai deve de­

cidersi per lei. Talvolta, invece, impeti folli di

gioia, desideri vaghi e ardenti, un presentimento

oscuro, una fede irragionevole in un destino lumi­

noso. una brama di conquista, di possesso l'assal­

gono. A volte, specie dopo le ore di maggior spen­

sieratezza, uno scontento di se stessa, un rimorso

le pungono il cuore, come infedeltà ignorate. Come

s'ella camminasse sul margine fiorito di una fore­

sta inesplorata, da cui le giungesse soltanto di quan­

do in quando un'eco e un profumo selvaggio, cosi

allo spirito gaio di Matilde giunge talora d'improv­

viso un suono di quel mondo vasto e ardente che

ella porta in se stessa e che ancora ella ignora.

(La ricchezza del suo spirito...

Che cosa sa lei...

La

nostalgia della santità, della perfezione alla

quale il suo spirito inconsciamente...).

Lontana per temperamento e per educazione da

ogni sensualità, poco sensibile alle attrattive este­

riori, Matilde aou ha ancora amato; l'amore è sem­

pre per lei un sentimento ignoto che l'attira da lun­

gi, seuaa riuscire ad avvincerla. Del resto nessuno

dei giovasi che l'ammirano, ha oaalo di chiedere la