

visi di Iure attraversano le tenebre del suo spirito
e la strappano dal suo doloroso stupore.
Kirordi lontani degli anni operosi e raccolti del
collegio le tornano alla mente vi\ idi e precisi, così
da farla «iis«ultare come una rivelazione improv
visi. Oli! quegli anni dolcissimi trascorsi serena
mente sotto lo sguardo di Dio! Oh! quell'ardore re-
ligioso. quei «ubiti slanci verso la santità e la per
fezione. queH‘iiigenuo zelo, quelle promesse, quei
proponimenti! Oli! come tutto ciò è lontano, come
tutto ciò
è
sepolto...
I) improvviso tutta la miseria della sua vita pre
dente. il disordine, le tenebre del suo spirito le ap
paiono: <i sente sola, abbandonata, rigettata dagli
uomini e da Dio come il rifiuto di ogni essere... uno
sgomento indicibile, un disprezzo infinito di se stes
sa I assalgono, lacrime di angoscia, di pietà, di or
rore. cadono a lungo dai suoi occhi... Eppure quei
ricordi beati portano nella sua coscienza ottene
brata un primo raggio di luce, quel sentimento pro
fondo della propria miseria le cagiona una voluttà
dolorosa: quelle lacrime le offrono un sollievo ine
sprimibile: mentre le tenebre sembrano stringerla
ognor più d'appresso. ella sente oscuramente che
un alba ignota è vicina e nell'abisso in cui giace,
le pare di udire per la prima tolta la voce di Dio.
dome nei campi dopo la bufera tutto sembra tra-
\olto e distrutto fino che a
|
m»co
a poco, al tornare
del sole, i semi che il vento ha
|M»rtato
germogliano,
gli steli piegati prendono nuovo \igore. la terra ri
storata dalla pioggia dà nuovi frutti, così, allorché
all animo desolato di Matilde si presenta, per la
prima volta, \i\ente il pensiero di Dio. ecco de-
*tar-i un tumulto di stupore, di ricordi, di dolcezze,
di o-cura gioia e di informe speranza.
Ella vive così per lunghi mesi in un'attesa mi
steriosa. in un'ansiosa ricerca, in un oscuro ardore.
Orizzonti ignorati le si aprono davanti, onde ar
cane di vita e di gaudio l'investono.
Talvolta la fiamma dell'antica riliellione riarde
più violenta nel suo spirito mentre un mondo nuovo
le si apre allo sguardo; ella si volge ancora indie
tro. e si attacca disperatamente al suo rimpianto,
come se esso potesse ancora unirla al passato, alla
vita, alla felicità, dome Giona ella fugge ancora di
nanzi al volto del Signore ovunque piacerà a Lui
di condurla.
Mentre questo nuovo tumulto le ferve nrU'ani-
ino. Matilde riapre, per la seconda volta dopo la
sua sventura, i suoi libri di pietà e di devozione.
Oh quei libri che ella leggeva talvolta per una
pia abitudine importata dal collegio: il Vangelo, la
Imitazione. S. Paolo: come le appaiono ora nuovi,
diversi, ogni parola un senso inaspettato, profondo:
e in tutti, in ogni pagina, ecco parole di dolore, di
rinunzia, di rassegnazione, di consolazione: parole
che sembrano rispondere
ad
una
sua
inespressa do
manda. ad un bisogno del
suo
spirito. Tutto ciò
che
si a»ita oscuramente
in lei. arqui«ta
un
senso, una
realtà, una vita.
Grida di dolore, che ella
fa
sue.
^ giungono dai secoli
trasformando la sua angoscia
in un sentimento più vasto e dolce di pietà accorata
verso se stessa e verso gli altri. Ma giammai quel
dolore rimane sterile: ed ecco subito dopo, altre gri
da di speranza, di gaudio, di resurrezione! Gli an
tichi profeti, i santi della Nuova Legge, le appaiono
gli eroi del dolore e della rinuncia, della penitenza.
<//
dolore, la rinunzia...).
La Passione del Redentore le si rivela ora non
soltanto nella «ua amarissima vicenda esterna, ma
anche ancor più nel suo intimo significato, nella sua
mistica necessità. Ella sente che senza l'immola
zione. anche la vita del Redentore, che è la santità
stessa, anche i suoi miracoli, la sua predicazione
non potrebbero penetrare così nell'intimo dello
spirito ed operare la sua redenzione. « Se il granello
di frumento caduto in terra, non muore, resta infe
condo. se invece muore pntduce molto frumento ».
Dai suoi occhi cadono ora non più le lacrime ste
rili del rimpianto, ma lacrime di dolcezza, di pietà
e di gratitudine infinita.
Attraverso quelle pagine il mondo dello spirito,
il mondo della vita interiore, le si ri\ela come un
mondo vissuto, vivente, come quel mondo arcano
che la chiama ormai a sè. che sarà il suo! E il do
lore le appare non più come la negazione della vita,
ma come la porta di quel mondo su|»eriore. come la
\ ia della grazia, come la lesse della redenzione, co
me la chiave dell'universo!
Oh quando da se stessa, quando da quei libri ella
distoglie lo «guardo e lo volge intorno, come tutto
le appare nuovo, trasformato: dal mondo roseo, fit
tizio. uniforme dei suoi giovani anni lieti ecco svol
gersi un mondo nuovo, vivente, ricco di pianto!
Come se sì destasse da un lungo sonno, ella vede ora
come se le vedesse per la prima volta, tante cose
che pur le erano famisliari. ITn giorno a pranzo il
suo ssuardo si ferma sui due grandi ritratti appesi
alle pareti di fronte a lei : uno di essi ritrae le sem
bianze della madre: un viso fine, sofferente, pieno
di dolcezza: l'altro è il ritratto del padre suo. il vol
to maschio e fiero dallo ssuardo sicuro, dalla bocca
amara lessermente sdesnosa. Da quanti anni quei
ritratti le stanno di contro cosi. In realtà elja non
li aveva mai veduti.
E
ai suoi senitori ha ella forse
mai pennato? All'infuori di duella breve orazione
che ella recita distrattamente per il riposo deH'ani-
ma loro, mai ella ha avuto un pensiero, un rim
pianto verace per «nei due esseri sacri ed infelici.
Ora soltanto ella pensa a loro con tenerezza acco
rata e attraverso le brevi parole che riesce a strap
pare a Don Carli», il duale teme di rattristarla par
landole a lunso di co*e tristi, ella ricostruisce pia
mente la loro storia soave e dolorosa.
Ella sente di portare in se stessa un poco della
dolcezza di sUa madre: del suo desiderio di abban
dono. ma ancor più ella «ente di somieliare al padre
suo. Quel disdegno di ogni esteriore consolazione,
quella fedeltà sino alla morte, quella ricerca an
siosa di nuovi orizzonti non «onr. fnr«e anche i
Sé