

Anche per lei l'amore...
I>iii lungi...
La sua solitudine si popola così d'immagini, di
affetti. le sue lacrime divengono più dolci, il suo
peni più leggero, il mondo tutto, attraverso il suo
-piriti» vive una nuova vita ardente, ogni cosa le
ri\ela un senso intimo, profondo, meraviglioso! Oh
la sua casa col dolee mistero del suo passato! Oh la
città silenziosa che ella più non visita e che pur ora
soltanto comincia a vedere con occhi fedeli! Tutto
il male del mondo che prima ignorava le si rivela
ora. ora che più non frequenta il mondo e gli uo
mini. e le cagiona uno sgomento, uno smarrimento
profondi». Talvolta per superare il disgusto della
durezza, della cecità, della viltà umana, ella deve
pensare che il Signore pur conoscendo l'umanità
come egli solo può conoscerla, l'ha fatta oggetto di
Redenzione.
Anche le sue passate mancanze le appaiono ora,
e gli anni felici che sempre le erano sembrati inno
centi e puri, le si rivelano ora: ella vede l'ingene
rosità, il vuoto della sua vita, l'insensibilità dinan
zi alle miserie materiali e morali dei suoi simili, la
indifferenza dinanzi alle offese fatte alla verità, alla
giustizia, a Dio.
Klla pensa al passato, a quando frequentava il
mondo e gli uomini, e sente la verità delle parole
della sua
Imilazitme :
« Quante volte sono stato fra
»li uomini, tante me ne sono tornato meno uomo ».
Il dolore, soltanto il dolore poteva rivelarle se stes
sa. soltanto la solitudine poteva rivelarle il mondo,
e soltanto l'umile conoscimento di sè. come dice
l '
Imitazione,
potrà gu'darla alla conoscenza di Dio!
Talvolta la violenza delle immagini, dei pensieri,
degli affetti la lasciano quasi smarrita, la terra le
appare come un immenso santuario consacrato dal
dolore,
p ro fana to
dal peccato; ed ella deve rifu
giarsi perdutamente nel pensiero di Dio in cui tutto
si trova ciò che fu. ciò rhe è, rio che sarà.
Il
suo destino si illumina talvolta d'improvviso
ed ella si sente chiamata, eletta da Dio sino dai più
teneri anni: ecco quella nostalgia di santità e di
perfezione degli anni del collegio; ecco quei desi
deri ardenti e vaghi degli anni felici, quel rimorso
incomprensibile per tutto ciò rhe la allontanava
maggiormente da quella via ignorata ancora, ma già
segnata per lei.
Allora la sua sorte dolorosa e strana le dà un
senso di esaltazione, ella si sente investita da un
fuoco di generosità e di amore, nel quale tutte le
sue situazioni, le sue debolezze si dissipano e che
prepara al Signore un olocausto degno.
Don Carlo è l»en lungi dal comprendere ciò che
avviene nell animo di Matilde, epperò le lacrime
ch'egli scorge spesso nei suoi occhi, il suo volto tra
sfigurato da una Iure nuova lo riempiono di con
forto: egli sente che anche Matilde coll'infinito nu
mero di coloro rhe hanno seguito Cristo nei secoli,
prenderà la «uà croce e la porterà dolcemente, gio
condamente fino alla morte.
PARS MEA DOMINUS IN TERRA VIVENTIUM
E' il mese di marzo; cinque anni sono passati
dal giorno in cui la malattia e la sventura si sono
abbattuti sul giovane capo di Matilde.
Nella piazzetta di S. Francesco nulla è mutato.
Dal muricciolo incominciano a far capolino i ciuffi
dell'erba rampicante, della mentuccia, le rosse boc
che di le<»ne, i rari alberi si rivestono di tenere fo
glie, la fontanina verdeggia già tutta intorno di
musco.
NeU'interno della casa parrocchiale le stanze
sono fredde ancora, ma già nelle ore di sole le fi
nestre si schiudono ad accogliere il calore della pri
mavera. Lena sempre attiva, sempre desta porta il
mangime alle gallinelle e sorveglia quale è l'inizio
della vegetazione.
Nella chiesa re"»» » ancora l'inverno: il pianrito
nereggia di larghe macchie oscure, gli altari sono
spogli ancora di fiori. Da quanto tempo ella non
era entrata là dentro! Dopo essere rimasta un
istante immobile in contemplazione del luogo che
la sua giovinezza aveva riempito di mistero, ella
si è scossa. Ha tratto dai vecchi armadi i paramenti
usati, le tovagline finissime, i merletti ingialliti,
ha fatto trasportare tutto fra i suoi lavori c lenta
mente quelle vecchie cose preziose si trasformano,
rinascono sotto le sue agili dita fra l'ammirazione
e la gioia di Don Carlo rhe vede arricchita cosi la
sua vecchia chiesa.
Un lavoro meno attraente, ma più utile forse, le
è fornito da Lena che sebbene viva da lunghi anni
nella casa dei suoi padroni, è rimasta fedele al po
polo da cui nacque, conosce le famiglie del paese
e le loro necessità.
Sono corredi per neonati, vcstitini per bimbi,
maglie per i poveri. Per Lena chiunque ricorre a
Matilde, chiunque l'ammira
è
già per questo solo
degno di stima e di aiuto: Matilde non si illude
certo così, ella vede spesso sulla sua via l'avarizia
e l'ingratitudine. ma ha compreso il signifirato del
la parola di Gesù « Non giudicate » e piena di com
passione e di dolcezza, prodiga su quanti può i suoi
soccorsi lasciando a Dio la cura di separare un gior
no il buono dal cattivo frumento.
Quello che importa è la fedeltà alla propria vo
cazione interiore, alla grazia...
Le vane vicende...
L'immenso numero... non giudicare.
La sola distraxione di Matilde è costituita dalle
visite delle sue antiche compagne che sono tornate
a lei e si recano spesso a trovarla. Oh come è lon
tano il tempo in cui la loro vista faceva tanto male
al suo cuore; ella ha ora sperimentato la verità del
la
Imitazione:
«Lascia gli uomini, che essi lasce
ranno te alle cose tue quietamente a. Le sue ami
che ora non sembrano più accorgersi della ma sven
tura : le parlano di loro, dei loro tr i t i , delle Uro
querele : solo Matilde non parla di «è, mio lei sem
bra W«ee,
Molte di e««e « « • or» spoae.
molte tono madri, e Matilde nella laro sarte vede