

LA V E S T E D E L L A PR I MAVERA
CONFEZIONATANELLACITTÀDELLAMODA
La Città della Moda non poteva mancare
alla sua particolare mansione: e Torino ha
confezionato anche quest'anno la stupenda
veste della sua primavera. Una creazione di
poesia e di profumo, una sinfonia di tinte, una
delicatezza armoniosa di petali: tale la Mostra
dei Fiori che ha avuto, poche settimane or
>ono. la sua 87a manifestazione.
I
giardinieri torinesi — malgrado le inevi
tabili difficoltà sorte con la guerra e quelle
dovute all'inclemenza del tempo — sono stati
all'altezza della loro fama, trasformando il
Giardino della Gttadella — che una volta
alPanno si rende così degno del suo nome di
« giardino » — in una serra olezzante.
Tanta delicatezza, quale quella della colti*
vazione dei fiori, è per la Città Sabauda un'in
dustria organizzata ed apprezzata come poche;
ma non tutti lo sanno. Pensate: nella nostra
provincia lavorano duemila coltivatori; in To
rino esistono centocinquanta negozi e due
cento posteggi ambulanti di fiorai; i torinesi
spendono in media 25 milioni all'anno per i
fiori, che — a lume di statistica — calcolando
la popolazione attuale a settecento mila abi
tanti, ci porta ad una spesa media per ogni
torinese di ben 170 lire annue di fiori.
Se vi dico, poi, che nello scorso Natale i
torinesi hanno acquistato duecentocinquanta-
mila lire di fiori, capirete benissimo quale
importanza illustrativa e documentaria di
questo ramo delPeconomia torinese sia stata
questa sagra primaverile che troppi ancora
trascurano e sulla quale si è voluto gettare
il titolo di menagramo, perchè la Mostra dei
fiori — per ?
-i di volgar conio — è in
dice di pioggia assicurata. Semmai i fiori por
teranno il sole, non l'acqua. O che ne possono