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lecitazione che quasi si sincronizza ed accoppia

col tempo del nostro respiro; e che quando

sjocia senza pause e ristagni nella conclusione

ha proprio valore d'epilogo e di catarsi. Si di­

rebbe allora che le figure

,

gli avvenimenti la­

scino cadere quella rivestitura

,

quell'involucro e

colorito di finzione per rivelarsi ed appalesarsi

con connotati integralmente e completamente

umani.

A frequentare con costanza e fedeltà certi

autori a lungo andare si giunge a scoprire non

soltanto quel che è il loro modo d'accostarsi o di

esperimentarsi con taluni motii'i

il che può

considerarsi come la riprova od uno degli aspetti

del carattere di uno

stile

ma la stessa

simpatia

,

di più an­

cora, la stessa incli­

nazione per taluni ar­

gomenti. Pensate a

Cecchi

,

per esempio,

partendo dai

Pesci

rossi,

il quale ha sem­

pre un 'importanza

fondam en ta le come

punto di riferimento

ed anche nel titolo offre

una sicura base di

orientazione. Quella

sorta di calma estro­

sità. di serena bizzar­

ria o di fantasia che

mai cavalca sulle nuvole ma si esercita sulle più

rare quotidianità, denunziata dalle stesse deno­

minazioni di certi capitoli si ritrova come la

necessaria pedana di lancio dell'ispirazione in

molte delle sue opere successive. Scorrete

,

se vo­

lete sincerartene con una attuale conferma,

queste recentissime

Corse al trotto vecchie e

nuove

(ediz. Sansoni,

1941,

Firenze). L'indice

del volume vi verrà in ausilio con una solleci­

tudine esemplare. Naturalmente occorrerà tra­

scegliere fra l'assortimento e la varietà dei temi.

Tuttavia non occorrono estreme doti di accor­

tezza e di sagacia critica per accorgersi che alcuni

di codesti temi anche da lontano emanano e

traspirano un acuto odore cecchiano.

Cinemato­

grafi poveri, Tombe allegre, Cavallerie ber­

bere, Fantasma dal barbiere, Musa popolana.

Museo delle mamme, Leoni. Trapezisti.

E

l'elenco potrebbe continuare. Questo dice dei

modi più consueti del configurarsi di una scrit­

tura mossa e lusingata a preferenza da insoliti

pretesti

,

da eccezionali appigli

,

da una specie

di ordinaria aristocraticità ed in un certo senso

già dichiarata e trasparente fin dai nomi dei

capitoli.

E. Cecchi della presente edizione accresciuta

ed arricchita delle

Corte al trotto

riconferma e

riafferma quelle sue qualità di prosatore dal

realismo appuntito ed esatto. Un realismo tut

tavia sollevato in una zona d'incanto in cui U

parole rimandano come il suono delle conchiglu

echi remoti, ed arcani e fermi barbagli. E così

generano quel clima di sospensione, di aspetta'

zione medianica che trasfigura ed esalta il volti

ed i lineamenti delle cose più conosciute

,

e gli

conferisce un attributo di rarità ed un colort

di luce preziosa. Aggiungeremo che qui Cecchi

ha disciolto e stemperato i grumi, i sedimenti

della sua pittura. S'è fatta una mano più svelti

ed una maniera più agile, ha snodato ed oleati

le giunture e le pieghe del periodo. Senza

,

pet

altro, perdere quelle sue risorse di magica fi

alta precisione. Anzi riuscendo ancor più

«

metterle in risalto, appunto per il contrasto à

questa disinvolta ed aerata e serpentina mobi­

lità. Con una fantasia ed una memoria conti?

nuamente sollecitate dai più arditi accertarne

e trapassi

,

la vigile molla d'una curiosità

esplora i meandri d'ogni motivo e suscita i

ed immagini d'un riverberante e vivido spi

dorè.

La nostra già folta, attuale letteratura c

niale si arricchisce in questi giorni di un a

volume che per la sua chiarezza e concisione

sembra meriti un posto a parte come contrib

all’approfondita conoscenza delle terre deWI

pero. Frutto d'un lungo studio e d'una lu

permanenza in Etiopia questo libro di Leona

Gana:

Usi e costumi nelle terre delTlm"

(ediz. Vallecchi.

1941,

Firenze) non ha n

di impressionistico. Al contrario indaga

obbiettività e completezza d'informazione sci

tifica gli ordinamenti religiosi, sociali, giuridi

familiari di quei popoli, e ci offre un qua

_

finito ed esauriente della loro psicologia. I

sostanza raduna un complesso di dati e di

menti che possono costituire un sicuro punto

partenza anche per inferire sugli atteggiarne

e sulle inclinazioni e sui sentimenti di qu

genti.

Un fatto che, a prima vista, sorprende sem

che si pensi all'Etiopia come unità geogra

è la spesso contrastante natura di questi ordi

menti. Ma questo fenomeno è facilmente s

gabile se si tien conto oltre che della varietà

culti religiosi che in quasi tutti i popoli

tuiscono la base su cui si fonda l'edificio

;

e giuridico, delle enormi distanze che separ

I

uei territori. L'unità geografica, in questo c

a un valore più simbolico esterno che effettiva

reale.

E

la mancanza di comunicazioni

,

pri

della conquista italiana, faceva sì che

gruppo sociale

,

ogni popolazione viresse

isolata nelTambito del proprio territorio

i soli scarsi scambi e contatti originati

necessità dei traffici, delle rapine e delle g