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e poi amplìantesi nell’epilogo: «
o Signore
,
che
dal tetto natio
» che, «
tanti petti ha scossi e
inebriati
», come scriveva il Giusti. E uel-
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Emani
»? Non succedeva forse la stessa
cosa? Sotto le arcate della tomba di Carlo
Magno ad Aquisgrana i congiurati si radu-
nano, precisamente come i nostri carbonari,
come gli adepti della Giovane Italia. Ed ecco
scattare, dopo una meditata preparazione, il
magnifico spunto che dilaga e travolge: «
Si
ridesti il leon di Castiglia...
». E, curiosa con
traddizione, quando Carlo V perdona al ribelle
e benedice l’amore di Emani e di Elvira, ecco
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Vartfi
Margarita Bar»ri. la pvtaM
di Verdi
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Verdi
la caaaara
(Lattara da M diratta al matta AJvtae Hataalp , “ preaideete
la
il coro, inneggiare a lui: «
a Carlo V sia gloria
ed onor
»; e la platea cambiar le parole: in
« C a r l o A l b e r t o
» in Piemonte e in Liguria,
ed in « Pio IX >• in Roma, poiché il Pontefice
salito alla tiara aveva concessa l’amnistia
pei delitti politici.
Ondate di entusiasmo, di clamoroso delirio
collettivo...
I censori si fanno più severi. Il titolo d
«
Battaglia di Legnano
» non può esser per
messo. -Eccolo trasformato in «
Assedio di
Orleans
»; il che non impediva che gli Ita
liani, perfettamente al corrente, applaudissero
e maggiormente. Ed ancora altre beghe con
la censura a Venezia, dove birri ed autori
si accordano sul titolo di «
Rigoletto
»,
per
la nuova opera tratta da ■
Le Rm samuse
•
di V.
Hugo, che ha esito trionfale, e subito
ai
afferma con largo successo all’estero.
che subito giungeva al cuore della folla e
l’accendeva di sacro fuoco.
Cosi, non solo col; «
Va pensiero sulTali
dorate
» che ricordando, ma pur coi «
Lom
bardi
•; con quella i É * » melodia così raccolta