

Esso è superato in un solo balzo, con una sola
tesata della lunghezza di circa 2500 m.
Questa cesata è quindi, di gran lunga, la maggiore
del mondo, avendo superato di quasi 600 metri quella
del Cervino che precedentemente batteva il record
mondiale.
Dato che non esistono cavalletti fra le stazioni
estreme, è possibile dare alle vetture una velocità
molto elevata ed infatti anche da questo punto di vista
rimpianto batte un primato mondiale perchè la sua
velocità raggiunge i 600 111. al minuto primo cosicché
il dislivello di 1150 111. si supera in circa 4 minuti.
La treccia della grandissima tesata, in mezzeria, è
di circa 160 111. a pieno carico.
Anche nel secondo tratto le vetture dovrebbero
essere due, funzionanti a va e vieni, ma per ora ne
funziona una sola a causa di danni subiti daH'impianto
per cause belliche.
Che cosa abbia rappresentato in sforzi di ogni ge
nere, il ricupero delie due funi (una di esse fu una se
conda volta sinistrata da una frana dopo il ricupero),
sarà in parte possibile immaginare sapendo che ogni
fune costruita in acciaio speciale appositamente colato
111 Svezia per questa Funivia, ha il diametro di circa
60 min., pesa circa 12 Kg. al metro ed essendo costruita
111 1111 sol pezzo lungo circa 2500 metri, per il trasporto
a piè d’opera dovette avvolgersi su di un tamburo
alto 111. 2,50 del peso totale di quasi 35 tonnellate.
Per trasportare tale carico eccezionale, si dovette
costruire un rimorchio speciale dotato di dispositivi
meccanici per il sollevamento c la manovra di 35 tomi.;
l’ingombro del traino risultò tale che si dovettero
allargare le strade nei tratti di curva per dargli pas
saggio; si dovette perfino ritoccare una casa del centro
di Courmayeur che ostacolava il transito.
Dato il peso totale ingentissimo concentrato sul
rimorchio, si dovettero rinforzare tutti i ponti della
strada che collega Prè St. Didier con la Palud.
La resistenza di ognuna delle portanti raggiunge
il carico ingentissimo di oltre 250 tonnellate.
La distensione delle tum sul ditficilissimo terreno
richiese l’impiego di guide alpine particolarmente
esperte e inenarrabili sacrifici da parte di montatori
e manovalanze, soggetti ad un clima rigidissimo
e
continui pericoli che provocarono purtroppo anche
la morte di un operaio.
L’importanza del lavoro può in parte essere do
cumentata dai seguenti dati:
furono necessarie circa 50.000 giornate lavora
tive; si dovettero compiere scavi in roccia ad alta
quota per oltre 1 soo me.; per le varie opere murarie
occorsero decine di treni di cemento, laterizi ed altri
elementi di costruzione.
Si lavorò per 5 anni nelle difficilissime condizioni
climatiche e di terreno della zona, che la guerra rese
ancora più impervie.
Tutte queste caratteristiche tanno della funivia del
Monte Bianco una delle opere più grandiose del genere.
E in progetto il collegamento mediante slittovia
della Fuinwa uel Monte Bianco con le costruende fu
nivie francesi del gruppo dell’ Aiguille du Midi, che
famu> capti a Chamonix, cosicché si potrebbe raggiun
gere l’Alta Savoia per funivia e slittovia impiegando
meno d’ un’ora da Courmayeur a Chamonix !
A lato delle funivie a cabina propriamente dette,
hanno incontrato grande favore presso il pubblico
degli sportivi impianti funicolari di tipo leggero par
ticolarmente adatti per gli sciatori, che hanno carat
teristiche diverse da quelli sinora descritti.
Essi sono assai più semplici, leggeri c di costo
molto modesto in confronto agli impianti su descritti,
c trovano impiego sia come ausilio alle funivie per
servire piste di discesa per sciatori, sia come fine a
se stessi, per la valorizzazione di vallate d’importanza
secondaria.
In questo campo abbiamo veduto attenuarsi suc
cessivamente: la slittovia (a solo esercizio invernale);
la rotovia (a servizio invernale ed estivo); la sciovia
(skylift); la seggiovia.
Tra le slittovie sono da citare quella del Giomein
e Cervinia e quella che raggiunge i campi di Chcncil
sopra Valtoumanche; mentre nella regione di Cour
mayeur. funziona un importante complesso di rotovic,
che riuniscono la trazione di Dolonne alla magnifica
zona del Lago Chécrouit, coprendo complessivamente
un dislivello di 1200 metri su di una lunghezza di
circa 3200 metri.
UGO CARLEVARO
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