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del costruttore, Ettore Morelli ritornava nella sua

amata Torino e fondava, insieme con gli ingegneri

Franco e Bonamico, un’industria per la costruzione

del macchinario elettrico, che tu tra le prime in Italia,

ed a cui arrise il più lieto successo: ancora oggidì

macchine costruite da quel primo complesso industriale

sono in esercizio e dimostrano la genialità progetti­

stica e costruttiva del Nostro.

La Società si trasformò successivamente nella « So­

cietà Elettrotecnica Italiana » ed il Morelli ne assunse

la Direzione generale. Cìli impianti di Ceva, Stresa,

Campobasso, Asinara c Matera furono equipaggiati

con complessi studiati e costruiti a Torino per inerito

di Ettore Morelli.

Alla attività di costruttore e di progettista unì

quella di produttore e distributore di energia elet­

trica e la Unione Esercizi Elettrici, tuttora esistente,

fu fondata da Ettore Morelli.

Quest’ uomo che nella scuola del Ferraris aveva

maturato il suo intelletto ed educato il suo spirito

doveva fatalmente ad essa ritornare; nel 1900 il Poli­

tecnico di Torino gli affidava l’insegnamento delle

« Costruzioni Elettromeccaniche ». Si trattava della

prima cattedra del genere sorta in Italia ed Ettore

Morelli ne era il primo professore. Per trentasctte anni

risuonò nelle aule del Politecnico di Torino la patema

voce del Morelli e generazioni c generazioni di inge­

gneri elettrotecnici si formarono alla Sua scuola e

molti illustri c valenti tecnici gli dovettero la loro

formazione ed il loro successo. Nel 1906 usci la prima

edizione, in sei volumi, del suo monumentale corso

di Costruzioni Elettromeccaniche, vera enciclopedia

dcH’ingcgnerc costruttore 111 cui l’apporto personale

ed originale dell’autore e tutt’altro che indifferente.

E questa un’opera clic non ha ancora trovato imita­

tori e le sue quattro edizioni confermano il favore

che incontrò non solo neH’ambicnte della scuola, ma

anche in quello ben più esigente degli ingegneri e dei

tecnici.

Ma l’attività di Ettore Morelli non si esaurì nella

scuola, anche alla Sua Torino diede, sempre con la

sua inimitabile modestia, l’apporto del suo intelletto

e della sua esperienza.

La Cassa di Risparmio l’ebbe amministratore dal

1924 al 1928, l’ Azienda Elettrica Municipale lo anno­

verò fra 1 suoi amministratori dal 1907 al 1938 e di

questa tu il Consulente tecnico ascoltato e seguito

quasi fino alla morte. Il nostro primo grande impianto

idroelettrico municipale, quello dell’Orco, lo vide

nella Commissione di sorveglianza della Cassa di

Risparmio. Collaudò i grandi macchinari elettrici

costruiti in una Officina torinese e infine fu tra i col-

laudatori quando ad opera compiuta si vollero trarre

le conclusioni degli studi e dei lavori in sede speri­

mentale.

La sua modestia 11011 intralciò la sua fama che fra

i tecnici specializzati fu veramente grande. La Com­

missione elettrotecnica internazionale, specie di senato

che controlla ed emana norme a cui tutte le Nazioni

produttrici di costruzioni elettromeccaniche si incili-

nani*, lo annoverò tra i suoi autorevoli membri, i

più chiari nomi di grandi specialisti d’ogni Paese.

Nei gru......... ingressi elettrotecnici internazionali e

nazionali la parola del Morelli tu ascoltata ed applaudita.

L’ American Institutc o f Enginccrs lo volle fra i

suoi membri. Le Giurie delle grandi esposizioni lo

richiesero per difficilissimi giudizi. Non vi fu si può

dire organismo tecnico nazionale ed internazionale che

non si valesse della scienza e della esperienza del mo­

desto professore torinesi'. Ma ancora un aspetto della

attività del Nostro conviene considerare ed è quello

dd l’istruziotie professionale. Era particolarmente sen­

sibile al problema della formazione degli operai spe­

cializzati e nella sua multiforme attività non dimen­

ticò mai la Scuola Pratica di Elettrotecnica « Ales­

sandro Volta » al cui Consiglio appartenne, non solo

nominalmente, ma attivamente |>er quasi quarant’anni.

Il professore del Politecnico sentiva un particolare

affetto per la modesta Scuola operaia c la seguiva

con il consiglio c l’aiuto del suo sapere conside­

randone con particolare favore lo sviluppo ed il

progresso.

Ettore Morelli si c spento nella sua città, circon­

dato dalla venerazione e dall’affetto dei suoi antichi

allievi che lo ricorderanno e parleranno di Lui alle

nuove generazioni per cui il Suo nome non si spegnerà

negli anni avvenire. Ha operato, con rara modestia,

in Torino a cui si sentiva legato da un affetto vera­

mente figliale e tutta la città sente che se fisicamente

è scomparso un suo grande e caro figlio la sua storia

si è amcchita di un nuovo nome e di un grande

esempio.

G. C. ANSELMETTI

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