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monte rAccademia ha sempre decretato premi e

concorsi. Ne abbiamo sott occhi»' imo bandito dal

Presidente Michele Lcssona, nel

1891

e che concerne

« la più insigne ed utile scoperta o 1 opera più celebre

111 tatto di scienze tisiche e sperimentali, storia natu­

rale, matematica pura ed applicata, chimica, tisiologia,

patologia, non escluse la geologia, la storia, la gci'-

uratia e la statistica ». Tanto per la cronaca, il premio

era allora di L. 10.4K) (dieciniilaquattrocentosedici).

Tra 1 premiati deH Accademia figurano tra 1 primi

1 due torinesi Carlo Baudi di Vesme e Spirito Fossati

per la loro opera su «Le Vicende della Proprietà

111

Piemonte ».

1

due autori turono pure premiati dall’ Ac­

cademia di Francia. Del Vesme si conoscono pure

1

lavori sul Codice Teodosiano.

Carlo Baiali di Vesme — che tu pure Vice Presi­

dente della Deputazione di Storia Patria, membro del

Consiglio dell’ Università di Torino, Senatore e anzi

Sottosegretario all'interno per breve tempo nel 1S4S,

giurista, storico e filologo insigne, economista di

classe perchè fondò colle Miniere di Monteponi l’in­

dustria mineraria 111 Sardegna di cui volle anche pro­

muovere lo sviluppo agrario - è figura che merite­

rebbe. specie in questo periodo di celebrazione del 48,

di essere riportata in luce. Oltremodo disinteressato,

era quanto mai progressista, tanto che tu lui, al Senato,

come rileva la «Gazzetta

Piemontese»del 13 ottobre

1874, a sollevare per primo

la questione, ora diventa­

ta di

\

'rimo piano del de­

centramento che, secondo

lui,«non doveva però tarsi

incaricando delle spese i

Comuni o le Province (og­

gi si legga Regioni), riser­

vando allo Stato 1 proventi

derivanti dall’oggetto per

cui fu fattala spesa». Altra

prova della sua modernità

ed equanimità è la lettera

scritta ai suoi elettori sul

regime giuridico dei mina­

tori. Egli auspica per essi

provvidenze che non ver­

rebbero oggi smentite dal

socialista più sincero e più

convinto. Insieme alVesme

dovrebbero essere illustra­

te altre figure dell’ Accade­

mia come lo Sclopis, il Sa-

luzzo, Costantino Nigra,

Quintine' Sella, Paolo Bo-

selli, Arturo

(irat.il

Rutfi-

ni, ìdue Manzo, padree fi­

glio, Camerano, Schiapa-

relli, il Sobrero, Caniero

Guidi, ecc. Naturalmente

Vincenzo Gioberti, Cesare Cantile molti che omettiamo.

Accademico tu pure Galileo Ferraris e speriamo d a ­

di lui parleranno degnamente industriali e scienziati.

Commissario dell’ Accademia è l’esilino Fisico, Pro­

fessore della nostra Università Alfredo Pochettitio,

succeduto al Prot. Ferdinando Neri ben noto 111

Italia e all'estero, specie 111 Francia per i suoi lavori

letterari.

★ ★ ★

Il

primo volume digli « Atti » dell’ Accademia com­

parve nel 1739 col titolo di « Miscellanea ili filosofia

e matematica». Quattro altri volumi furono pubbli­

cati sotto lo stesso titolo nel 1759 e il 1773. Quindi le

pubblicazioni uscirono quali « Memorie dell Acca­

demia ». l e «Miscellanee» sollevarono subito largo

interesse in tutta Europa. Le «Memorie» sommano

per la prima serie al numero di 40 volumi.

Da allora continuò la pubblicazione degli «Atti»

che come ben si comprende, costituisce una miniera

inesauribile di informazioni che non sono soltanto

locali o nazionali, ma interessano tutto lo scibile con

le sue branche che assommano tutto il progresso

umano, filoso Ha, morale, sociologia e scienze esatte.

Il numero dei Soci corrispondenti è illimitato. Secondo

lo Statuto dell'Accademia, uh Accademici esteri sono

di massima dieci per classe. Ecco alcuni nomi di Acca­

demici esteri perle Scienze

fisiche: il Prof. Charles-

Emile Picard, Parigi - Da­

vid Flibbert, Gottingen -

Francois Antonie Lacroix

di Parigi - Sir Charles Scott

Sherrington del Suftolk

(Inghilterra) - Adolf Buso-

mann, Germania - Paul

Karrer, Zurich (Svizzera).

Per le Scienze morali,

s to rich e e filologiche:

Ernst Rabel, Germania -

Rafael Taubeuschlag, Cra­

covia-A lfred Jeanroy, Pa­

ris - Albert Erich Brinck-

mann, Germania - Charles

Gilhard, Losanna (Sviz­

zera).

Impossibile citare le ce­

lebrità di cigni ramo e paese

e gli studiosi che se ne in­

teressano, ma il ptxro che

abbiamo detto può in parte

far comprendere di quali

immensi sviluppi siacapace

l'esinua ni^tra Accademia

ed è un buon augurio che

se ne riparli, anche in alto

loco e per i fondi nel cen­

tenario del Risorgimento.

D. BAUDI DI VESME

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