

IL PROFESSOR
I C I L I O
G U A R E S C H I
Per circa un quarantennio 1 farmacisti che sono
usciti, laureati o diplomati, dall’ Università di Tonno,
hanno ricevuto il crisma ufficiale e la rituale stretta
di mano dal Professor Icilio Guarcschi, da tutti sti
mato, ammirato, amato. Intere generazioni quindi;
numerosissimi i tigli che ebbero lo stesso professore
del padre, 1 membri di una stessa famiglia che, a di
stanza di tempo, vennero esaminati da lui. Si può
dire che tutti i farmacisti di Torino e del Piemonte
che terminarono gli studi prima del 1918, oltre
a una larga falange di loro colleglli che si sparsero
per tutta Italia, impararono la loro arte da Icilio
Guarcschi.
Benché non fosse' piemontese di nascita, il fatto di
aver svolta tutta la sua attività didattica e scientifica
nella nostra città, il fatto di essere stato il docente di
un così grande numero di professionisti torinesi, lo
tanno a buon diritto ritenere cittadino onorario di
Torino. E siamo certi che il ricordarlo farà molto
piacere a un larghissimo stuolo di persone.
Il
Prof. Felice Garelli, in occasione della comme
morazione fatta il 22 giugno 1919 alla Accademia di
Agricoltura di Torino della quale Guarcschi era vicc-
rrcsidente, così descriveva la figura di Icilio Gua-
reschi :
« Icilio Guarcschi, dalla figura aitante e robusta,
dal viso, coi lineamenti marcati, illuminato da uno
sguardo vivissimo, penetrante, indagatore, dalla pa
rola calda e persuasiva, emanava, da tutta la persona,
un senso di rispetto c di ammirazione. Tempra ada
mantina, rigido verso di se c verso quelli che più
amava, energico, risoluto, rude talvolta nei modi,
svelava tuttavia, non appena si penetrava oltre la
ruvida scorza, la grande innata bontà dell’animo. Do
tato d’ingegno non comune, di memoria meravi
gliosa, la consuetudine allo studio, presa fin dall’ado-
Icsccnza, aveva fatto nascere in Lui 1111 amore verace
per la Scienza. Nella sua profonda convinzione la
Scienza era la vera Scuola morale, era il mezzo di
insegnare all’ uomo l’amore e il rispetto alla verità e
d’ispirargli il sentimento del dovere.
Egli chiudeva una sua bellissima monografia rias
suntiva sulla Sintesi chimica, scritta per la
Nuora
Enciclopedia,
con queste parole: “ Ciò che io chiamo
istinto scientifico direbbesi anche spinto scientifico, il
quale in fondo non è se non il desiderio di conoscere
la verità, è l’amore al lavoro, il senso dell’ordine e
della realtà, vale a dire il senso dell’armonia della
Natura ” . Il lavoro non era un castigo, ma l’impiego
più alto dell’attività umana. Epperò la sua attività
geniale e multiforme, la laboriosità somma, ci hanno
lasciato per retaggio un insieme di opere così ragguar
devole che la loro semplice enumerazione completa
potrebbe riempire un volume ».
Al contrario dell’opera vastissima e multiforme, la
carriera rapida, ma semplice, la vita proba c modesta,
vissuta sempre fra 1 libri, schiva degli onori, si narrano
111 breve.
Icilio Guareschi nacque in S. Secondo Parmense
il 24 dicembre 1847 c morì in Torino il 20 giugno 1918.
Suoi genitori furono Giacinto Guarcschi e Teresa Sca
ramuzza, cugina del pittore Francesco Scaramuzza,