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Capitolo VIII .

gentiluomini, che dovevano occupare le maggiori cariche, quelle cioè

di Maggiordomo, di Gran Cancelliere,

di

Grand'Elemosiniere, Grande

Scudiere, Gran Maestro d'Artiglieria, Gran Cacciatore, Gran Guarda–

robi ere, Gran Via ggiatore. Venivano poi , sempre scelti fra i nobili, i

Cavalieri d'Onore, i Maestri delle Cerimonie, i Gentiluomini di bocca

e di camera , i Capitani delle Guardie, i Cappellani, i Cavallerizzi, i

p aggi, i Valletti.

Oltre la persona del Re e qu ella della famiglia Reale , tanti cor–

tigiani e ufficiali e gentildonne, cost rett i a una vita regolata dal ceri–

moniale e dall'eti chetta, inesorabile nelle sue con su etudini e nelle sue

inflessibili pr escrizioni, av evano ai loro ordini un numero st erminato

di servitor i, di cuochi, di camer ier i, di staffieri e cocchieri e palafre–

nieri. Sotto Carlo Emanuele III le person e di servizio raggiungevano

le rispettabil e cifra di

6'!l5.

Se si cons idera oltre a tanta

-gen t e

stipendiata e nutrita,

il

numero dei cavalli e dei cani, si avrà una

idea di qu ello che doveva costare ai Re la loro casa e le abitudini

fasto se, a cui

li

legavano , spesso loro mal grado, le tradizioni, il diritto

nobili ar e e l'ordinamento politico del paese.

«

Il Re - scrive il Bianchi - sentiva il peso della vita continua–

«

mente cer imoniosa e art efatta de' suoi cortigiani; anch'egli doveva

«

rapprese ntare la sua monotona e fat icosa parte in quella quoti–

«

diana commedia pomposa, senza poter dar ascolto agli intimi sen–

«

timenti del suo cuore, giacchè era obbligato ad attenersi al ceri–

«

moniale nel regolare le movenze del suo corpo, nel dar corso alle

«

sue occupazi oni giornaliere, nel vestire, nel mangiare, nel con–

«

versare .

«

Egli era il Re, gran parola a qu el tempo. Ma

il

Re quando al

(( mattino apriva gli occhi alla luce del giorno, aveva al suo letto il

«

Gran Ciamb ellano, il Gentiluomo di guardia .ed

il

Guardarobiere,

«

per ricevere dal primo la camicia da indo ssare, per lasciarsi met–

( tere la vest e da camera dal secondo, per far si porre dal terzo le

( sottocalze, le calzette , il giubbone, il gius tacuor e, le scarpe. Tutto

«

face vas i in rispetto so silenzio. L'Aiutante di guardaroba gli poneva

«

le pianelle, poi le scarpe, gli stringeva alle gambe i legacci e gli

«

accomodava la cravatt a. Riprendeva le sue incombenze il Genti –

«

luomo di Camera, ponendo sulle regie spalle la mantellina, for–

«

nendo acqua e spugna per lavarsi. Pettinato e imparruccato che

«

era il. Re, il Gran Ciamb ellano gli poneva sul petto gli ordini caval–

«

lel'eschi e il Maestro di camera gli pre sentava

il .

cappello,

il

faz–

«

zoletto , la tabacchiera, i due orologi, i guanti e, se era d'inverno,