

La vita e
il
costume torinese sul cadere del secolo
X\'III
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li.
il manicotto. Il Re asciolveva nella sua camera; i fami gli di nobil
li.
sangue gli apparecchiavano . la mensa, prendendo dall e mani dei
«
servi plebei le cose necessarie, Mentre un Gentiluomo metteva i
li.
cibi in tavola, il Gran Ciambellano gli pr esentava entro un piat–
« tello d'argento una servietta bagnata per lavarsi le mani. Dieci
li.
occhi per lo meno sta vano fissi su lui mentre man giava per spia re
Fig. 124. - Riunione per un a parti ta di cac cia a Stupiuigi ,
li.
ogni suo desiderio. Se voleva ber e bisognava che aspettasse che
li.
altri assaggiasse
il
vino, e che la coppa pa ssa sse per tr e o quattro
li.
mani prima di appressar sela al .labbro. Ciamb ellani , Gentiluomini,
li.
Aiut anti di came ra e Paggi stavano accanto al Re, famigliari indi–
li.
visibili alla chiesa, al passeggio, al pranzo, al teatro e nelle l'icrea–
li.
zioni
dome stiche. Giunta l'ora del dormire, lo svestivano, gli cam–
li.
biavano la camicia, lo coricavano e asp ettavano a lasciarlo che
li.
egli ordinasse di spe gnere i lumi. Ma neanche allora il Re rima–
li.
neva in piena balìa di se, In caine ra pro ssima alla real e, forse
li.
an che la
nuziale;
v'era chi attento ori gliav a, per esser pronto ad
li.
ogni suo cenno
» ,
Servire
il
Re o il Principe ereditario, pel quale v'era pure un
apposito cerimoniale, era per i nobili un dovere e un onore, almeno
così si diceva ; ma in realtà taluni e per ragioni personali e familiari,