

CAPITOLO VIII.
La vita e
il
costume torinese sul cadere del secolo
XVIII.
SOMMARIO. -
'1. La 'Corte - 2. Entrate e spese - 3. Leggi civili e criminali --:-
, - 4.. Ordinamento giudiziario - 5. Polizia - 6. Amministrazione centrale, pro–
vinciale e comunale - 7. Beneficenza - 8. Istruzione - 9. Agri coltura,
industria e commercio - 10. Il clero; religione e superstizione - 11. Patriziato
e Borghesia: costumi e condizioni morali - 12. Coltura e idee innovatrici
13. Pubbliche ìrrequiet èzze.
l. -
Carlo Emanuele
I,
come già a suo luogo fu detto, aveva dato
alla sua Casa la magnifìcenza e lo splendore di una Corte regale.
Celebri erano divenute le caccie, le giostre, i festeggiamenti di ogni
maniera, che
il
Duca imbandiva nelle fauste ricorrenze familiari e
nelle visite di personaggi e di Principi forestieri. Costumanza di
sfarzo questa, che non fu abbandonata poi dai successori, e che
costituiva una vera e propria attrattiva alla mondanità dei nobili
nostrani
e
stranieri. Basterà il dire che nel solo quinquennio, che va
dal 1691 al 1695, visitarono Torino, e non sempre per ragioni poli–
tiche, Massimiliano elettore di Baviera, il Principe Guglielmo di Nassau,
il Conte Carlo di Wallestein,
il
Principe Cristiano Augusto di Hol–
stein, il Principe Carlo Guglielmo di Brandeburgo,
il
Conte Federico
d'Holstein Sunderbourg,
!l
Principe Luigi di Baden; e tutti furono
accolti a ' gran festa e onorati con riviste di soldati, caccie (fig. 124),
corsi 'di gala al Valentino, balli e cene suntuosissime.
Con lo stesso sfarzo e con un complicato cerimoniale, che rasso–
migliava molto a quello in uso nella splendida Corte francese, con
qualche ' variante spagnola, ali che nel secolo
XVIII,
quando ai Prin–
cipi di Savoia venne conferta la dignità regia, si celebrarono a
Torino e nei castelli splendide feste e ricevimenti suntuosi. Rimasero
memorabili quelle che si fecero nel quinquennio, che va dal 1782 al
1786, in onore del Granduca Paolo e della Granduchessa di Russia,
del Re' d.i Svezia, della Regina di Napoli e di altri ospiti illustri.
Nel secolo
XVIiI,
330 Nobili: conti, baroni, marchesi e cavalieri,
erano addetti al servizio di Corte, e fra questi venivano prescelti i