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Capitolo VIII.
quando non avvemva per moti vi meno confessabili, cercavano di
volgere ai loro tal enti la volontà del Re, donde
conflitti
ed intrighi
e rap ide fortune di procaccianti e subite rovine talora dei più degni.
Con ciò non vogliamo asserire che man cassero ufficiali, per probità
e spi rito di gius tizia, per devozione alla Casa regnante, zelanti ssimi
del dovere e perciò rispettati ed amati; anzi di tali gentiluomini,
molte fami glie nobili del vecchio Pi emonte possono ricordare con
orgoglio il nome ed onorar ne la memor ia.
I Re sabaudi, che dal 171 3 in poi si succedette ro nel trono di
Sardegna fino a Carlo Albe rto, solevano dar e udi enza tutti i giorn i,
e spesso più volte al giorno . II Re conferiva coi suoi mini stri intorno
alle cose di Sta to, e questi , ri cevuti gli ordini, che il Prin cipe dav a.
ver balmente, ne pren deva no not a per rend erli poi esecutivi.
II Re teneva udi enza t re volte al giorno e si occupava di retta–
men te dei negozi così politi ci come amministrati vi. Quattro volte per
setti mana i segretari per gli affari interni ed es tern i era no ricevut i
dal Re, che pre ndev a le
su ~
deliberazioni e curava che i Ministri ne
prendessero not a.
Le pubbliche ud ienze avven ivano il giovedì e il sabato di ogni
sett imana, e duravano diver se ore. L'anti camer a era piena di genti–
luomi ni di cap pa e di spada , di cittadini di ogni grado e condizione,
che attendevano il loro turn o per essere introdotti alla presenz a del
Sovrano, il quale riceveva tutti con grande affabilità . ed asc oltava
be nigno e cortese ist anz e e reclami. Gli Ambasciatori e i Rappre–
sentanti degli Sta ti esteri potevano andare a Corte tutti i giorn i
un'o ra p rima che il Re assistesse alla Messa .
Ogni sera la Regina teneva circo lo, cui, u na volt a per se tt imana
conven ivano i diplomatici stranier i. Po ichè il giuoco era proibito, si
conversava; ma la conversazione e ra rigidamente governata da un
apposito cerimon iale di Corte. Come vi era un a regola pe r fare la
genuflessione d'u so, per ves tire, per seders i, così il parl ar e e ·il muo–
vers i era regolat o da un 'apposit a etiche tta.
La famig lia real e, per desiderio del Re Vitt or io Amedeo
III
sedeva
a u n'unica mensa, assai semplice e sobria, spec ie nei giorn i di pre- .
cetto, nei qua li si mangiava di magro.
Le solenni fest e di Cor te veni vano ordina te via via con dispo si–
zion i speciali, sugge rite dall a circosta nza. Quando i Sovrani assiste–
vano ai pu bbli ci ban chetti , cui sedevano gli alt i ufficiali civili e mili–
ta ri, di rigeva il conv ito il Gra n Mastro delle cerimonie, che impartiva
gli ordini con la canna d'e bano, segno della sua carica. Ogni vivand a