

Capitolo VIIl.
Divise le classi sociali e quasi appartate le une dalle altre, cia–
scuno badava al proprio ufficio, diffidente ver so le nuove idee e le
nuove istituzioni, verso le quali non nascondeva un certo disprezzo.
In tutti però un amore grandissimo al proprio paese, ritenuto supe–
riore agli eguali, non inferiore ai più grandi; un senso vivissimo di
rispetto e di ricono scenza alla Dinastia cui doveva la propria indi–
pendenza e la considerazione in cui era tenuto:
Cer tam ente una grande differenza esisteva fra ·la città e le cam–
pagne. I campagnoli, e specialmente i montanari, vivevano nella
ignoranza più profonda e tenebrosa
ed
erano ben lontani dalla ope-:
rosità alacre e int elligente, che oggi dimo strano così in patria come ·
nei lu oghi dove si recano in emigrazione temporanea o permanente.
Essi cons ideravano la loro sorte come una fatalità ineluttabile, a
cui era forza ra ssegnarsi.
Non meno ignorante dei volgo era il ceto medio, del quale .tut–
tavia appare lodevole la vita onesta, sobria e previdente. Scarsa era
in generale la colt ura delle donne, comprese qu elle del patriziato,
alle quali , da un po' di fran cese in fuori , nulla s'insegna va della patria
lingu a e letteratura , nulla di storia e di scienza.
.
I fanciulli e gli adolescenti dei borghi e delle citt à crescevano · .
se nza acquista re sa lutari abitudini al lavoro intellettuale. Disumana
la disciplina scolas tica, che permetteva ai maestri di usare cogli
scolari negligenti metodi di rigore umilianti e dannosi alla loro
sa lute - fisica e spirituale. Per un a lieve infrazione alle regole, il
Maestro obbli gava il discepolo a far con la lingua un certo nu–
mero di croci sul pavimento, e pote va percuoterlo impunemente e
a suo tal ento.
.
P erchèpiù aspra e dolorosa fosse la correzione, certi maestri
ordinavano allo scolaro insubordinato di .far pizzico con la mano e
si divertivan o a picchiarlo sulla punta delle dita. Nei primi anni i
figli dei patrizi era no affidati alle cure di un pedagogo, per lo più
chie rico o prete, eppoi venivano messi in qualche collegio di Gesuiti,
che miravan o soprattutt o a istillare nei loro animi il sentimento
della .rass egnazione e del qui eto vivere.
Il collegio dei Gesuiti accoglieva gran parte dei giovani delle
buone famiglie, e coloro che non venivano educati sott o là disciplina
gesuitica, entrav ano nell'Accademia dei Nobili, dove gli studi
e
la
.disciplina lasciavano molto a desiderar e. Vittorio Alfieri che vi fu
ingabbiato
bambino, adopra nella sua
Vit a
aspre parol e di censura
cont ro quell 'I stituto.