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Capito lo VIII .

«

l servi di que sti pa lazz i formavano una specie di gerarchia

« domesti ca. Ser vilmente proni e ubbidienti in casa verso

i -padroni,

«

s i mostravano arroganti nelle botteghe , nelle officine, nei mercati

« e per le vie, sapendo che un'offesa fatta ad una livrea risaliva al

« padrone. Soverchio era il ser vidorame, al quale appartenevano i

« lacchè, che s i mandavano in giro a .portare inviti a stampa per

« fun erali .e matrimoni o viglietti di visita, che dovevano avere una

« ,

eleganza proporzionata al grado e al le pretese dell'offerente.

In

«

cavalli e carrozze si faceva gran lusso.

«

Vi erano cavalli da sella e da tiro meno fini di razza che oggidì,

«

ma più robusti . Le carrozze per la campagna non di rado tirate

« da buoi, erano voluminosissime e pesantissime . Alle carrozze di

« rispettò e di gala precedevano i ·lacchè in far setto 'e calze di seta

« bianca con un elmett o a piume di cento colori. Essi correvano col

« viso di color pavonazzo, incalzati dai cavalli che qualche volta

«

li

. cal

pesta van o.

« Il viaggiare era allora incomodo per tutti. Andare da un paes e

«

all'alt ro di pro vincia a Torino, non era sempre cosa facile . Par–

« tendo da molti borghi o da 'molti pa eselli bisognava camminare a

« piedi o sopra asini , muli o ronzini per straduccie guaste e ' int er- .

«

cettate da corsi d'acqua, sui quali non v'erano ponti. Il peri colo

« d'e sser svaligiati o assassinati era pure da tenersi grandemente.a

« calcolo.

Il piccolo possidente andava al mercato sopra un asinello; la

« 'nobiltà pro vinciale spesso att accav a i .buoi a i ca rrozzoni recandosi

« in villa. Chi pot eva spendere e voleva viaggiare in posta sulle poch e

«

strade regie, doveva farne domanda per iscritto all'Autorità gover–

« nativa local e, dando minuto conto . di sè, dei compagni, dei servi,

« che intendeva condur seco, e dei siti .ehe voleva visitare

l>.

Le citt à di provincia conse rvavano un aspetto.proprio.T.a nobiltà

locale continuava ad abita rle e raramente si moveva da Saluzzo,

Cun eo, Ivrea o Vercelli per venire alla .eapitale. Prima di . partire

si confessava e faceva testamento. ' Nei paeselli era ancor peggio:

non posta, non giorn ali che

li

avvicinassero. q-li uffici postali in tutto

il

Piemonte erano 61, e si restringevano alle città, ai grossi borghi

e alle fortezze. Ricevevano o spedivano lettere una volta per sett i–

mana, tutt'al più due. Qual che gazzett a estera recava le notizie alle

grandi cas e.

In

Torino tra il 1745 e

il

1752 si stampava un giorna–

letto due volte la setti mana che pubblicava le notizie di Corte, i fatti

militari e le promozioni.