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Capitolo VIII.

Amedeo II. Antica rinomanza godeva la locanda della

Bonne Femme,

e

più

d'ogni altra

l'Albergo Reale,

cui la Corte ricorreva per pranzi e

cene imbandite fuori di Città (1).

A titolo di curiosità riportiamo il prezzo di alcuni generi ali–

mentari:

In Torino il caffè costava nella seconda metà del secolo

XVIII

36 soldi la libbra (gr. 369), lo zucchero 11, il Cioccolato con can–

nella 45, se profumato con vani glia 3 lir e e 10 soldi. L'olio ordinario

valeva 9 lir e al rubbo (kg. 9.222), qu ello di noce, usato per l'illumi–

nazione 3 lir e e 10 soldi al rubbo. Il vino più generoso costava 12,

13 lire la brenta; 8 o 9 lire quello di seconda qualità ; il vino bianco

o nero da pasto 7 lir e; l'acquarello 2 lire. La birra non era ancora

in uso. Il pane fino costava

:3

soldi e 2 denari alla libbra; quello ·

di seconda qualità 3 lire e 15 soldi alrubbo. La farina di frumento

2 lire all'emina, qu ella di meliga 1 lira e 2 soldi; i fagiuoli 1 lira e

15 soldi; 1 lira e 5· soldi le fave; 15 soldi le lenticchie ; le castagne

5 danari la libbra. La carne salata e il lardo vale va 6 lir e al rubbo;

la carne fres ca di maiale 3 lire e 15 soldi. Il pollame e la selvag–

gina 3 lir e e qualche soldo al rubbo. Ai macellai un piccolo manzo

costava 60 lir e; un bu e ingrassato 19!0 lire; una mucca 30 lire; un

vitello 11 lire; un montone 4 lir e; un agnellino 2 o 3 lire, e 3 o

4 lire una pecora. Il forma ggio miglior e era pagato 5 lire al rubbo;

le ortaglie, in genere, 3 lire e 15 soldi al rubbo. In frutta, con–

fetture, spendeva giornalmente 46 soldi per la tavola, il Duca del

Chiabl ese.

Il carbone valeva

11

soldi al rubbo; le fascine 8 lire al cento;

un carro di legna di rovere 12 lir e, di verna 9 lire . e 10 soldi; le

legna sottili 8 e 10 soldi al rubbo.

Meschino era il vitto dei contadini che si nutrivano di · polenta,

pane di segala, di legumi e cas tagne. Scarso il condimento delle

vivande : un po' d'olio, di sal e e di lardo, Raramente si nutriva di

carne bovina ; app ena al desco del contadino benestante nelle grandi

feste compariva qualche pollo o carne di pecora e d'agnello.

Diremo adesso delle condizioni mor ali. Un prete francese, Richard,

ospite torinese, nel 1761 , definì i Piemontesi

«

venali , corrotti , bu–

giardi e bari

» .

Un Giovanni Battista Malaspina disse il

patriziato

(1) Documenti del tempo ri cordano gli alb erghi: della

Corona Gros sa' (1513,

1639.1706.1780); della

Rosa Bianca

(1568); del

Bue Rosso

(1601, 1639, 1606); del

Cappel Verde

(1630. 1639); della

Caccia Real e

(1670): della

Dogana Vecchia (1700).