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La vita e

il

costume torinese sul cadere del secolo

XVIII

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anche alle fanciulle, e non solo alle maritate, e perchè ess i soprav–

vissero, come le testimonianze attestano, a l trionfare dei cicishei.

È

vero che a Torino il cicisbeismocominciò più Lardi che altrove,

perchè la Cort e, come notarono lad y Montagu e il Conte Giusepp e

Tommaso d'Espinchal, era molto devot a, e riguardava la gala nteria

come una colpa ; ma nella seconda metà del secolo

XVIII

il cicisbeismo

a Torino s'e ra largamente diffuso al pari delle alt re regioni italiane ;

ta ntochè lo storico inglese Gibbon , parl and o delle conve rsa zion i

torinesi, afferma

«

che ogni dama badava solo al prop rio cicisbeo, e

un povero inglese che non sapp ia parlare pi emontese e non conosca

il

gioco

.

dei tarocchi rimane nel su o cantuccio senza che u n cane gli

r i volga la parola

» .

.

Vittorio Amedeo III, la cui vita, qu anto a costume, era illibat a al

pari di qu ella della sua fami glia, che poteva dir si esemplare, cercò

di porre un argine e un freno ' alle folli usanz e; ma non vi riu scì.

Il Conte .d'Espinchal, con più cruda parol a, rileva che,,nonostante

le divote abitudini della Corte, i costumi in Pi emont e sono tutt'altro

che puri, e specie a Torino, varca no i limiti della galanteria.

Il per;'1icioso costume del giuoco d'azzard o era penetra to in tutt e

le class i sociali, ma specialmente fra i nobili aveva preso le forme

di una rovinosa pa ssione. Giocavano costoro a tutte le ore del

giorn o e della notte, dilapidando talora visto se sostanze ; giocavano

le donne e perfino i religiosi nei conventi. Er a tanto il da na ro pr o–

fuso nel giuoco, che parecchie persone andavano in rovina e molt e

a lt re vivevano agiatamente con gli illeciti profitti della loro abilità

sospetta.

Torino del secolo

XVIII

aveva una vera passion e per il teatro ,

passione che dura an che oggi viva in ogni ceto; sicchè il pubblico

torinese è ritenuto, specie dagli att ori ed autori drammatici, come

giudice illuminato e cor tese .

.

Sotto il regno di Amedeo

III

fu aperto il teat ro D'Angennes (1786),

oggi Gianduia; nell'agosto .del 1787 vennero condotti a termine i

lavori di riedificazione del teatro Carignano, l'anno prima distrutto da

. un terribile incendio. Questo teatro si apriva nell'autunno con l'op era

buffa, mentre nell e altre stag ioni vi si da vano spettacoli di commedie

italiane e francesi ; più pregiat e ques te ultim e per

il

costume che ave–

vano i nobili di parlar fran cese. Le sdeg nose parol e del Parini cont ro

qu esta usanza e l'eroi ca risoluzione dell'Alfieri di recar si in Toscana

«

per avvezzarsi a parlare, udire, pensare e sognare in toscano e

non altrimenti mai più

»,

erano an cora fatti isolati:

.

.