Table of Contents Table of Contents
Previous Page  273 / 300 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 273 / 300 Next Page
Page Background

La vita e

il

costume torinese sul cadere del secolo

XVIII

561

offriva ad .essi un 'mazzo di fiori: Se per caso era presente u n uffi–

ciale, la sposina si faceva premura di annodargli Un nastro di seta

all'e lsa della sciabola, e que gli dicono avesse la facoltà di rimeritare

l'atto gentile della donna, scoccandole un bacio sulle guaricie.

« Nelle campagne, quando la bri gata giungeva alla casa dello sposo,

trovava

chiusa

la porta. La sposa picchiava ' tre volte, e al terzo

picchio si apriva e in sulla soglia si affacciava la suocera, burbera

in volto, e con ,la mestola appesa alla cintur a. Essa cominciava il

dialogo seguente :

- Che cosa volete

~

- Entrare in casa vostra ed uhbidirvi in quanto vi piaccia co-

mandarmi.

- Oh! voi altre ragazze leggere e capric ciose ben altro avete in

capo che l'a ssetto della casa.

- Lasciatemi provare, e vedrete.

- Ma qui si tratta di pascolare e mungere gli armenti, di tagliare

il fieno e di lavorare i campi.

- Ed io pascolerò e mun gerò gli armenti, taglierò

il

fieno e lavo–

rerò i campi.

=---

Si tratta di far qualche cosa di più, conviene alzarsi la prima

e coricarsi l'ultima.

Ed io farò anche que sto .

- Ma voi verrete meno a tante fati che.

- Iddio e vostro figlio mi aiuteranno.

A quelle dolci parole, la suo cera diceva con amorevole voce :

- Entra, figlia mia, entra, e possa non mai scordarti le fatte pro–

messe.

Poi levandosi la mestola da lla cintur a, la consegnava alla sposa,

che dandosi a far gli onori della casa invitava i parenti a sedere al

banchetto di nozz e. I due sposi mangiavano nello stesso piatto,

bevevano nello st esso bicchiere, prestandosi

il

cucchiaio e la forchetta

a vicenda

» ,

12 .

-Mentre l'antica società si dissolveva, spuntavano an che nel

p iemonte quei germi di vita nuova, che dovevano trasformare e

rifare la coscienza ita liana. Se non che mentre gli altri Principi ita–

lian i da conservatori tenaci si mutavano in riformatori, e i loro sud–

diti li vedevano propugnare i , diritti statuali contro le pr etensioni

della Corte di Roma, ringiovanire leggi e proteggere libertà econo–

miclie, tutto l'opposto avveniva nella Monarchia piemontese. I Prin-

36 _ BRAGAGNOLO

e

B ETTAZZI,

Torino nella storia del Piemont e e d'It alia,

vol .

IL

,l'